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Celle container per l'emergenza sovraffollamento nei penitenziari: scoppia la polemica

Il progetto, che comprende l'installazione di 16 moduli in nove carceri italiane, mira a creare 384 nuovi posti letto, per un costo complessivo di 32 milioni di euro

Celle container per l'emergenza sovraffollamento nei penitenziari: scoppia la polemica

Per far fronte al sovraffollamento delle carceri italiane, il Ministero della Giustizia ha lanciato un piano che prevede l'installazione di celle container nei cortili di alcuni istituti penitenziari. Si tratta di moduli in calcestruzzo prefabbricato, di dimensioni sei metri per cinque, pensati per ospitare fino a 24 detenuti per modulo. Ogni blocco sarà suddiviso in sei celle da quattro posti, con spazi comuni minimi. Il progetto, che comprende l'installazione di 16 moduli in nove carceri italiane, mira a creare 384 nuovi posti letto, per un costo complessivo di 32 milioni di euro. L'operazione è affidata al commissario straordinario all'edilizia penitenziaria, Marco Doglio, e il 10 aprile sarà bandita una gara pubblica per la realizzazione. Il costo medio per ogni detenuto, si stima, sarà di circa 83.000 euro. Tuttavia, il piano ha suscitato aspre critiche da parte delle opposizioni, dei sindacati e delle associazioni per i diritti umani, che ritengono che non affronti le vere problematiche del sistema penitenziario italiano.

In particolare, il Partito Democratico ha sollevato dubbi sulla compatibilità del progetto con la Costituzione, chiedendo chiarimenti al ministro della Giustizia Carlo Nordio. I senatori dem, in Commissione Giustizia, hanno sottolineato: “I nuovi moduli detentivi saranno realizzati in totale dispregio delle indicazioni sulla sicurezza e sulla tutela della dignità delle persone? Nordio chiarisca”. I sindacati e le associazioni umanitarie hanno aggiunto che le celle container, che includeranno un bagno di appena tre metri quadrati, diventeranno “un inferno d’estate, gelide in inverno” per i detenuti. Dal canto suo, il sottosegretario alla Giustizia con delega alle carceri, Andrea Delmastro, ha difeso il progetto, ritenendo che la costruzione di nuovi posti detentivi con moduli prefabbricati sia assolutamente conforme alla normativa. Ha anche criticato le opposizioni, accusandole di aver lasciato le carceri italiane in uno stato di abbandono, senza proporre soluzioni efficaci al sovraffollamento.

Tuttavia, le critiche non si fermano qui: per i sindacati della polizia penitenziaria, l’aggiunta di nuovi posti letto non sarà efficace senza un potenziamento del personale. “Ammesso che il progetto aumenti la capienza di qualche posto letto, chi gestirà questi detenuti? Dove sono i nuovi ingressi di agenti di polizia penitenziaria?” ha dichiarato Gennarino De Fazio, segretario della UilPa.

Anche l’associazione Nessuno Tocchi Caino ha sottolineato le difficoltà quotidiane nelle carceri italiane, dove il sovraffollamento è ormai insostenibile. “Abbiamo visitato carceri dove di notte un solo operatore deve gestire 100 detenuti. Chi parla di soluzioni ‘a norma' ignora la realtà”, ha dichiarato l’associazione. Samuele Ciambriello, rappresentante dei garanti territoriali dei detenuti, ha invece criticato la visione punitiva della detenzione, affermando che l’introduzione di container è sintomo di una comprensione insufficiente delle problematiche carcerarie. “Servono più educatori, più assistenti sociali, più sanità e mediazione culturale. Non baracche di cemento”, ha aggiunto. Per le opposizioni, la vera soluzione al sovraffollamento dovrebbe passare per un ampliamento delle misure alternative alla detenzione, un maggiore supporto psicologico e sanitario per i detenuti e una revisione complessiva delle politiche carcerarie. Nonostante le critiche, il governo sembra intenzionato a proseguire con il piano: il bando per la realizzazione dei moduli container è pronto e, salvo imprevisti, il progetto prenderà il via a partire dal 10 aprile 2025.

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