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La polemica
05 Aprile 2025 - 08:06
Pochi, troppo vecchi e non pagati per occuparsi di ordine pubblico: è questo l’identikit dei vigili urbani di Torino, almeno stando alla descrizione fatta dal sindacato SILPoL in un comunicato-appello. Destinatari, il sindaco Stefano Lo Russo, il comandante Roberto Mangiardi e soprattutto l’assessore competente Marco Porcedda, nel mirino per una serie di dichiarazioni pubbliche sul tema: «Fermiamoci a riflettere prima di farci male» scrive il sindacato di categoria della polizia municipale, guidato da Nando Minello, agente torinese in pensione e ora segretario del SILPoL per il Nord Ovest.
Nel mirino, al di là delle dichiarazioni, c’è la riorganizzazione lanciata negli ultimi mesi da Porcedda: «La polizia locale sta vivendo una ristrutturazione interna importante, che la lancia verso compiti simili, se non addirittura uguali, a quelli delle forze dell’ordine - attacca il sindacato, l’unico “specifico” per i vigili fra quelli presenti a Torino - Ma noi non siamo forze dell’ordine: siamo impiegati comunali che si occupano dalle deiezioni canine alla violenza di genere».
E tutto nonostante l’età media degli agenti torinesi sia superiore ai 50 anni, con un’età pensionabile a 67 (contro i 60 di polizia e carabinieri, per esempio): «Chiediamo a sindaco, assessore e comandante: come ci tutelate di fronte ai cittadini che ci giudicano costantemente inefficaci nella soluzione dei loro problemi? C’è un uso confuso della polizia locale, destinata all’ordine pubblico senza adeguati strumenti e preparazione». E anche senza le indennità economiche destinate a chi svolge quei compiti: «Diciamo con forza che noi non siamo d’accordo - prosegue il SILPoL - E lo diciamo prima che qualcuno si faccia davvero male. Visti gli episodi recenti, come l’aggressione di via Roma o la rissa con il machete in corso Giulio Cesare, possiamo dirci francamente che “ci è andata bene”».
Minello è critico anche nei confronti dell’idea del “vigile di quartiere” in Barriera di Milano lanciata recentemente dall’assessore: «Quando è stato proposto negli anni ‘90 e 2000, è fallito in tempi brevi. Ed il personale era il doppio di oggi».
Porcedda sceglie di non replicare, rimandando a quando la riorganizzazione in corso vedrà finalmente la luce. Perché gli obiettivi politici, come quello del vigile di quartiere, sono a lungo termine ed entreranno in vigore soltanto dopo un periodo di formazione e di turn-over che permetterà di abbassare l’età media del corpo di polizia locale. Dall’assessorato, intanto, filtrano opinioni contrastanti sui progetti avviati dalla Giunta Lo Russo. Infatti SILPoL, al momento, è l’unico ad avanzare critiche fra i sindacati rappresentati in municipio.
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