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ECONOMIA

L'Arabia Saudita "a caccia" del Made in Piemonte

I principali finanziatori sauditi hanno incontrato faccia a faccia gli imprenditori

L'Arabia Saudita "a caccia" del Made in Piemonte

Da destra: Kamel Almunajjed, Cristina Tumiatti, Marco Gay

L'Arabia Saudita apre la "caccia" in Piemonte: gli investitori incontrano le imprese. 

«Torino e il Piemonte sono sempre state una fetta importante dell'industria italiana, dall'Olivetti alla Fiat, e ricca di eccellenze come il Museo Egizio», ha detto Kamel Al Almunajjed, presidente del Saudi-Italian Business Council. E ora, i rappresentanti delle più importante istituzioni finanziarie saudite visitano il territorio per cercare nuove realtà su cui investire, individuando nel Piemonte un partner strategico per lo sviluppo dei settore chiave, come manifattura e macchinari.

Oltre 200 imprese italiane sono già attive in Arabia Saudita, con una bilancia commerciale attiva di 66 milioni per Torino e di 300 milioni in Piemonte. A farla da padrone, dopo il calo nel 2024 dei mezzi di trasporto, è stato il settore dei macchinari e apparecchi che vale circa un terzo del nostro export complessivo di 70 e 318 milioni rispettivamente per Torino e il Piemonte, su un totale nazionale pari a 6,2 miliardi. 

Una collaborazione sempre più intensa, che ha trovato un ulteriore spazio di dialogo nel "Saudi-Italia Business Forum", un congresso in cui gli investitori hanno incontrato faccia a faccia (B2B) le imprese piemontesi. 

«Questi dati - commenta Cristina Tumiatti, vicepresidente della Piccola Industria di Unione Industriali Torino - dimostrano chiaramente come l’Arabia Saudita stia guardando al Piemonte come partner strategico per lo sviluppo di settori chiave. La qualità, l’innovazione e la capacità di adattarsi alle esigenze del mercato saudita sono i punti di forza che rendono il Made in Italy, e in particolare il Made in Piemonte, così attrattivo».

Un'opportunità di rilancio per le imprese italiane, suggellata dalla visita della premier Giorgia Meloni lo scorso gennaio, come ha ricordato l'onorevole Marco Osnato. «Ciò che unisce le nostre nazioni non è solo l'interesse economico, ma una
visione condivisa di crescita, innovazione ed eccellenza», ha rimarcato Kamel Almunajjed.

Il vice ministro del Ministero degli Investimenti, Fahd Al Hashem ha spiegato: «Il nostro Regno sta vivendo una trasformazione  storica, lavorare accanto all'Italia ci permetterà di crescere insieme».

Dopo il Forum, la delegazione saudita, composta da imprenditori, investitori e rappresentanti istituzionali è stata accolta all'Ogr di Torino, per esplorare nuove sinergie e partnership strategiche per lo sviluppo del territorio. All'incontro è stato fatto un focus su Ogr Tech, uno dei più rilevanti hub d'Europa, con la partecipazione  dell'Università degli studi di Torino, Politecnico di Torino, centro AI4I e UniCredit.

«Questa visita conferma Ogr Torino come hub di connessione tra territori, competenze e visioni», ha dichiarato Patrizia Polliotto, segretario generale Fondazione Crt. 

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