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La crisi dell'Auto

Automotive, alla Denso dopo i 150 esuberi via anche il bus per gli operai

Nuovi tagli nell'azienda di proprietà della Toyota e fornitrice di Stellantis

Automotive, alla Denso dopo i 150 esuberi via anche il bus per gli operai

Torino perde (sempre di più) l'auto e i lavoratori perdono anche il bus. Almeno quelli risparmiati da cassa integrazione, licenziamenti e incentivi alle dimissioni. Succede alla Denso di Poirino, azienda di componentistica di proprietà del colosso Toyota, che però è anche e soprattutto fornitore di Stellantis. La crisi della Fiat 500 elettrica a Mirafiori, nei mesi scorsi, ha infatti avuto pesanti ricadute anche sull'azienda di Poirino. Che adesso taglia ancora sui costi, a spese dei lavoratori.

Lo denunciano in una nota congiunta i sindacati Fim, Fiom, Uilm e Fismic: "Dopo mesi caratterizzati da cassa integrazione, licenziamenti incentivati e un "premio presenza" le cui modalità e cifre risultano decisamente opinabili, l'azienda ha deciso nuovamente di far ricadere sui lavoratori il peso dei propri tagli". Si tratta del servizio di bus riservato ai lavoratori, pagato dall'azienda e, in parte, dai lavoratori stessi.

Lo scorso mese di febbraio, ricordano i sindacati, la Denso - che conta ancora 150 esuberi previsti - aveva annunciato la revoca di ogni accordo aziendale relativo ai trasporti dedicati ai lavoratori, con l'obiettivo di ridurre i costi. Era partita una contrattazione, in seno all'Amma, l'associazione delle imprese metalmeccaniche, che aveva portato a marzo a un impegno dell'azienda a rivedere, in via sperimentale per un periodo di due mesi, le fermate delle tratte con il gestore degli autobus, aumentando la quota a carico dei lavoratori e, di conseguenza, negoziando una riduzione delle spese per l'azienda.

Adesso, però, in questi giorni Denso ha comunicato ai lavoratori che la sperimentazione ha portato solo alla metà del risparmio previsto, di conseguenza dal 1° giugno finirà il servizio di trasporti per i dipendenti. "Come rappresentanti di FIM, FIOM, UILM e FISMIC - si legge in una nota, nella quale si ventila l'ipotesi di uno sciopero - reputiamo inaccettabile l'atteggiamento dell'azienda, che intende risparmiare sulle spalle dei lavoratori, i quali, in alcuni casi, si vedrebbero privati dell'unico mezzo per raggiungere il posto di lavoro. Troviamo sconcertante che una multinazionale giapponese come la Denso si accanisca sui propri dipendenti per risparmiare delle briciole, in un momento in cui questi stessi stanno fronteggiando una delle fasi più critiche sia dal punto di vista occupazionale che economico".

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