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Dormire male per il caldo? Potrebbe costarti caro, lo studio shock

Non è solo fastidio: sopra i 25°C di notte, il caldo può far male davvero. Ecco il dato che preoccupa i medici

Dormire male per il caldo? Potrebbe costarti caro, lo studio shock

Notti bollenti, sonno difficile, ventilatore acceso fino all’alba. Ma c’è un dato che preoccupa più del disagio: quando la temperatura notturna supera i 25 gradi, la nostra salute è davvero a rischio. Non è solo una sensazione fastidiosa: uno studio recente ha dimostrato che il caldo notturno può aumentare significativamente la mortalità, soprattutto per cause respiratorie. E in Italia, dove le notti tropicali sono sempre più frequenti, il problema non è affatto secondario. Ignorare il caldo notturno potrebbe costarci caro — e non solo in termini di sonno perso.

Con l’arrivo dell’estate e delle prime ondate di calore, il Ministero della Salute ha ripreso a pubblicare ogni giorno i bollettini sulle condizioni climatiche più critiche in 27 città italiane. Se siamo ormai abituati a proteggere noi stessi e i più fragili durante le ore centrali della giornata, c’è un fronte su cui si tende ancora a essere poco attenti: la notte.

Uno studio condotto in Giappone e pubblicato sulla rivista Environmental Health Perspectives ha acceso i riflettori su un fenomeno spesso sottovalutato: le cosiddette “ondate di calore notturne”. I ricercatori hanno rilevato che temperature minime pari o superiori ai 25°C possono aumentare del 10% la mortalità per cause respiratorie, indipendentemente dalle temperature registrate nelle ore diurne. In altre parole, il caldo continua a far male anche quando il sole è tramontato.

Secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente, l’Italia è tra i Paesi più esposti: è terza in Europa per numero di notti tropicali annuali, subito dopo Grecia e Cipro. Tra il 1981 e il 2010 la media annua era di 41,6 notti con minime superiori ai 20°C. Negli ultimi anni, però, si sono registrate estati con picchi ancora più alti: fino a 48 notti roventi, di cui 13 con minime sopra i 23°C. I soggetti più vulnerabili sono sempre gli stessi: anziani, bambini e persone con patologie croniche, soprattutto respiratorie. Per loro, il caldo notturno non è solo scomodo — è un potenziale fattore aggravante per la salute.

Per limitare i rischi, è importante agire già durante il giorno. Gli esperti consigliano di evitare l’accumulo di calore in casa, proteggendo le finestre dal sole con tende e tapparelle, e favorendo l’aerazione nelle ore più fresche. Durante la notte, possono aiutare ventilatori o deumidificatori, che non abbassano la temperatura come i condizionatori ma rendono più tollerabile il clima, soprattutto in camera da letto. Anche piccoli gesti, come dormire in ambienti ombreggiati, indossare abiti leggeri e bere a sufficienza, possono fare la differenza. Le notti tropicali non sono più un’eccezione, ma una realtà con cui dobbiamo imparare a convivere.

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