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Il caso
02 Luglio 2025 - 17:45
A prima vista sembrano due mondi inconciliabili: da un lato i quartieri di Torino Nord, dove da anni si concentrano gli indicatori più critici sul fronte del lavoro, dell’istruzione e della qualità della vita; dall'altro, le tranquille colline torinesi, dove sorgono ville storiche circondate dal verde, lontane dal rumore e dal traffico cittadino. Ma i dati appena pubblicati dall’Istat raccontano una storia diversa, quasi inaspettata.
Secondo il nuovo studio basato sull’integrazione del Censimento 2021 con gli archivi amministrativi, esistono aree collinari, come Strada di Superga, Villa della Regina, Val Salice e Superga, che registrano un’incidenza significativa di famiglie potenzialmente in disagio economico. La definizione è tecnica, ma il significato è chiaro: si tratta di nuclei familiari con figli, in cui nessun componente lavora o percepisce una pensione da lavoro. In queste zone, l’indicatore raggiunge valori analoghi a quelli riscontrati nei quartieri più fragili della città, come Villaretto, Regio Parco o Borgata Monterosa. Nello specifico, la media del comune è 1.7%, mentre in zona Villa della Regina - Val Salice si arriva al 2.3%, messo in rapporto con Borgata Monterosa, che arriva al 3.5%.
Eppure, parliamo di quartieri in cui il valore degli immobili può superare tranquillamente i 3.500 euro al metro quadrato. «È un dato che ci ha colpito, ma che conferma come la marginalità sociale non si manifesti più solo nei contesti popolari o densamente abitati», spiega Elena Vannoni, ricercatrice Istat. «Anche in quartieri di pregio, isolati, con scarsa accessibilità e pochi servizi, possono annidarsi forme di esclusione e fragilità».
A confermare questa tendenza c’è anche l’indicatore relativo ai Neet – giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non seguono percorsi di formazione – la cui presenza, sebbene più marcata nei quartieri del nord come Aurora o Barriera di Milano, è tutt’altro che trascurabile anche in collina. Anche qui, i giovani sembrano faticare a costruire un proprio percorso di autonomia, penalizzati da una certa difficoltà di collegamento con il resto della città e, in molti casi, da un contesto familiare segnato da inattività lavorativa. Nello specifico si parla di una media che sta al 19.9% del comune, mentre ad esempio, sempre in zona Villa della Regina - Val Salice, si arriva fino al 31.5% e in Strada di Superga al 30.7%, contro Borgata Monterosa, che si trova al 30.4%.
Il tema è stato discusso di recente anche in Prefettura, dove su impulso del governo è stato avviato un tavolo interistituzionale per il monitoraggio delle periferie. «Dobbiamo smettere di pensare alla periferia come un luogo definito sulla mappa – ha dichiarato il viceprefetto Francesco Farina–. Oggi la periferia è una condizione, che può emergere ovunque».
La proposta è quella di istituire un Osservatorio permanente sulle periferie, in grado di rilevare non solo i problemi di sicurezza e degrado, ma anche le condizioni più nascoste di disagio economico e sociale. Un progetto già avviato in collaborazione con l’Istat e che ha l’obiettivo di offrire strumenti concreti alle amministrazioni per indirizzare risorse e interventi mirati.
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