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Il caso

Nozze Fiat? Sì, ma sobrie

Il progetto di restauro della chiesa della Gran Madre di Dio è partito e il ponteggio, sponsorizzato da One srl, durerà circa 12 mesi

Nozze Fiat? Sì, ma sobrie

Lo scenario peggiore per i presto sposi sarebbe stato quello di ritrovarsi - nel giorno del loro sì - davanti alla chiesa Gran Madre di Dio la gigantografia della nuova Panda, prodotta in Serbia. D'altronde, i segnali di brand washing c'erano tutti.

Con un'operazione di sponsorizzazione da quasi tre milioni di euro che Stellantis covava da tempo.

Da una parte la sponsorizzazione Stellantis, tramite la società di servizi pubblicitari One srl, dei lavori, decisamente onerosi - da 1,14 milioni di euro - di restauro del pronao e delle scalinate della chiesa icona della città. Dall'altra quella della festa del Santo Patrono torinese, che quest'anno si è arricchita del concerto "Torino is fantastic", e di tante pop star, occasione in cui il sindaco di Torino Stefano Lo Russo ha approfittato per il lancio del logo "Torino capitale della Cultura 2033", ufficializzandone la candidatura. Quest'ultimo costato al presidente John Elkann ben 1,4 milioni di euro (più del doppio di quanto il Comune avesse mai destinato ai festeggiamenti di San Giovanni).

Le polemiche

Il progetto di restauro della Gran Madre era stato approvato, con tanto di placet dalla Soprintendenza, a fine giugno. Mettendo subito all'erta le giovani coppie: «Ci siamo mossi con largo anticipo perché volevamo appositamente la Gran Madre, che non ha eguali in città. Adesso sia le statue che gran parte della facciata saranno coperte», si sfogava uno degli sposi. Poche settimane di preavviso erano state, infatti, fornite alle coppie che avevano scelto la Gran Madre come location per il proprio matrimonio.

«Tutto questo si sarebbe potuto evitare con un po’ più di regia: sarebbe bastato posticipare i lavori alla fine dell’estate e, soprattutto, informare per tempo le coppie coinvolte. Invece, ci troviamo di fronte a una gestione superficiale e poco attenta agli impatti sociali e simbolici», era stato l'attacco della capogruppo FI in Consiglio comunale Federica Scanderebech.

L'accordo conveniente

Un ritorno all'antico splendore per la Gran Madre, a costo zero per la Città, dal momento che l'intervento sarà interamente a carico di One srl, che in cambio potrà usufruire di spazi per la comunicazione pubblicitaria durante l’intervento: il logo Fiat di fianco alla riproduzione della chiesa sui ponteggi. E che si è detta orgogliosa «di contribuire al restauro di un bene così iconico e rappresentativo per la Città di Torino». Un esempio virtuoso della tanto decantata "partnership pubblico-privata", grazie alla quale il Comune porta a casa un restauro dell'unica chiesa di sua proprietà senza spendere un centesimo, ma, di fatto, "vendendo", la view della piazza.

La durata prevista è di 12 mesi e l’intervento riguarderà complessivamente 1.072 metri quadrati di superfici lapidee, comprese le sculture, 183 metri quadrati di intonaci e 318 metri quadrati di stucchi. Sono inoltre previsti lavori puntuali sulla pavimentazione in pietra all’ingresso, sulla bussola lignea, sulle gronde e i discendenti del protiro, oltre che sulla relativa copertura.

One srl si affiderà a un team tecnico già protagonista del restauro delle facciate di Palazzo Marino a Milano, integrato da competenze torinesi. Il coordinamento strategico e della comunicazione è curato da Jesurum Leoni Comunicazione; la direzione del restauro è affidata all’architetto Paolo Pecorelli con l’impresa Estia srl. Il progetto architettonico è firmato da DONTSTOP Architettura srl, parte del gruppo Progetto CMR International, con la direzione creativa dell’AD architetto Michele Brunello. L’illustrazione della cesata di cantiere, che racconterà la storia del luogo e del quartiere, è affidata allo studio creativo torinese Studio Fludd e all’artista Daniele Catalli. La Direzione Lavori e Sicurezza è sotto la responsabilità dell’architetto torinese Manuela Ghirardi, specializzata in restauri.

“Il restauro dei monumenti rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato ed è un modello sempre più diffuso per la valorizzazione del patrimonio culturale italiano”, ha dichiarato la Vicesindaca Michela Favaro. “Sinergie come questa tra Comune, sponsor e imprese specializzate sono fondamentali per tutelare e valorizzare i beni storici che definiscono l’identità delle nostre città, contribuendo al decoro urbano e alla qualità della vita”.

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