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Torino nord
24 Luglio 2025 - 19:30
Rifiuti ovunque e l'ecoisola viene trasformata ogni giorno in discarica
A Torino nord, in particolare nei quartieri di Barriera di Milano, Rebaudengo, Falchera e Regio Parco, la gestione dei rifiuti sta affrontando criticità crescenti. I cassonetti per la raccolta degli abiti usati e le nuove ecoisole, introdotte per migliorare la differenziata, risultano sempre più spesso al centro di episodi di degrado e usi impropri. Le segnalazioni dei cittadini, raccolte dalla Circoscrizione 6, evidenziano come queste strutture vengano regolarmente vandalizzate, trasformate in discariche abusive o utilizzate come giacigli di fortuna.
Uno dei casi più rappresentativi riguarda il cassonetto per abiti usati in piazza Sofia. Secondo quanto riferito dalla coordinatrice al Verde della Circoscrizione 6, Giulia Zaccaro, il contenitore era da tempo soggetto a danneggiamenti, svuotato sistematicamente e utilizzato per accumulare materiali non pertinenti. Di fronte al persistere della situazione e alle ripetute segnalazioni dei residenti, il cassonetto è stato rimosso. La proposta avanzata è quella di spostare i raccoglitori in sedi più controllate, come gli ecocentri o le vicinanze di edifici istituzionali, per ridurne l'esposizione al degrado e promuoverne un uso più conforme.
Situazione analoga per le ecoisole, le strutture automatizzate di raccolta rifiuti installate con l'obiettivo di potenziare la differenziata. A distanza di mesi dalla loro introduzione, molti punti risultano trascurati, sporchi o danneggiati. In via Porpora, un sopralluogo congiunto tra il presidente della Circoscrizione 6, Valerio Lomanto, e Amiat ha riscontrato condizioni igieniche insoddisfacenti. Lomanto ha ricordato come in passato siano già state spostate oltre 70 ecoisole in zona Barriera di Milano proprio per rispondere alle proteste dei residenti, ribadendo l’impegno della Circoscrizione nel raccogliere segnalazioni e nel proporre correttivi puntuali.
Le problematiche rilevate non si limitano al solo vandalismo. Alcuni contenitori per indumenti usati risultano essere luoghi di bivacco, oppure vengono forzati e svuotati da persone in difficoltà economica o, secondo alcune segnalazioni, da minori inviati a rovistare tra i sacchi. Zaccaro ha criticato la scelta di mantenere i cassonetti in strada, sostenendo che questa modalità operativa, pur teoricamente inclusiva, finisce per favorire l’abbandono di rifiuti e abiti inappropriati.
Dall’amministrazione arriva la proposta di rivedere complessivamente la gestione dei contenitori per indumenti, con l’obiettivo di ridurre il degrado urbano e migliorare l’efficienza del servizio. La sensibilizzazione dei cittadini sul corretto conferimento dei capi usati e l’individuazione di nuove modalità di raccolta, più sicure e tracciabili, potrebbero rappresentare un primo passo.
Secondo i dati forniti da Amiat nel 2024, Torino ospita oltre 400 contenitori per la raccolta degli abiti, ma non tutte le zone registrano lo stesso livello di attenzione o manutenzione. La collaborazione tra enti locali, gestori del servizio e cittadini appare quindi fondamentale per riportare decoro e funzionalità in un settore che, se ben gestito, può offrire vantaggi ambientali e sociali rilevanti.
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