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Sanità

I medici piemontesi non vanno mai in vacanza

I dati aggiornati a fine 2024 delle Asl del Piemonte evidenziano un monte di ferie non godute di più di 121mila giorni. Valle: “E’ questo il modello Sanità”?

Medici e infermieri in fuga: ne abbiamo persi quasi 200 nel 2024

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Qualche giorno fa si era temuto per le ferie dei consiglieri regionali che, per approvare entro autunno il piano socio sanitario regionale, tra i documenti programmatici più importanti per il destino della Regione, avrebbero dovuto rinunciare ad andare in vacanza ad agosto. Ma sembra che siano i medici piemontesi a non poterselo più permettere.

Sono circa 121mila, infatti, i giorni di ferie non godute dai medici delle Asl del Piemonte. Come se non andassero in vacanza complessivamente da 332 anni. Sembrerebbe un’assurdità, ma guardando ai dati aggregati la cifra è proprio questa. 

All’Asl città di Torino sono oltre 7mila i giorni di ferie non godute per i circa mille dipendenti (6-7 giorni pro capite).  E se il numero, così spiegato, può non sembrare così esorbitante, ad aggiungersi e incidere in modo importante sono poi le oltre 50mila ore di lavoro in eccesso da recuperare. Altri 6mila giorni. 

Ma la situazione più critica è quella di Aou Città della Salute, dove a fronte di 1.380 dipendenti, i giorni di ferie non goduti sono quasi 50mila: trentasei giorni a persona. Anche qui vanno aggiunte le ore eccedenti: ben 820mila. Circa 865mila ore in eccesso. “E’ questa l’idea del modello Piemonte? Il quadro che emerge è che la sanità pubblica è in affanno e si regge unicamente sul sacrificio quotidiano del personale”. L’attacco del vicepresidente della commissione Sanità in Consiglio regionale Daniele Valle (Pd) è chiaramente rivolto all’assessore competente, Federico Riboldi. Che anticipa la consueta rubrica settimanale della domenica con cui l’assessore fornisce ogni domenica, via broadcast, i progressi della sanità regionale. «Se questo è il decantato “modello Piemonte”, credo sia urgente rivederlo: dopo sei anni di governo Cirio, si fatica a intuire quale sia il disegno complessivo», aggiunge Valle.

Nel mirino delle aule di Palazzo Lascaris, infatti, oltre alle commissioni Bilancio a oltranza, per discutere - o barattare, a seconda dei punti di vista - l’aumento Irpef all’orizzonte, e al disegno di legge “Cresci Piemonte”, che dovrebbe dimezzare gli iter approvativi delle attuali procedure urbanistiche, c’è da tempo la sanità.

Tra bilanci che gravano in modo imponente sui conti della Regione (nel 2024 la spesa sanitaria è salita a 10,59 miliardi), e un piano sociosanitario che non è ancora giunto sulle scrivanie del Consiglio regionale - ma, si vocifera solo su quelle dei consiglieri di maggioranza - la sanità resta forse il nodo più importante da sciogliere per la Giunta Cirio

Tanto che Riboldi da giugno scorso ha attivato una task force per il contrasto delle spese improduttive, e sarebbe agli sgoccioli la redazione della bozza del nuovo piano sociosanitario

“Il debito orario annuo di un medico è 1.462 ore, solo per la provincia di Torino mancherebbero 1.368 medici”, attacca Valle. 

E proprio pochi giorni fa, a fronte di una interpellanza della consigliera regionale Gianna Pentenero (Pd), Riboldi aveva replicato all’attacco dem sulla carenza di personale medico e infermieristico tra le strutture sanitarie piemontesi, con dati aggiornati al 31 maggio. “Abbiamo assunto 1.755 unità in più rispetto al giugno 2023”, aveva spiegato. Di questi però solo 312 medici. E dal 31 luglio, per legge, verrà meno anche l’apporto - in alcuni casi, come Asl Alessandria - vitale per consentire i servizi sanitari di base ai cittadini. 

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