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Sanità

Approvato il piano Socio-Sanitario, Riboldi: "La sanità o è universale, o non è"

Il Piemonte rilancia il modello sociosanitario con nuove figure manageriali, digitalizzazione e attenzione alle fragilità: secondo l’assessore Riboldi, “non veniva aggiornato da trent’anni”

Approvato il piano Socio-Sanitario, Riboldi: "La sanità o è universale, o non è"

L'assessore Maurizio Marrone e l'assessore Federico Riboldi

Un traguardo non da poco per la regione Piemonte: la Giunta ha dato il via libera al nuovo Piano Socio‑Sanitario 2025–2030, il primo documento di programmazione integrata tra salute e sociale che il territorio approva dopo oltre trenta anni. Un piano che significa novità per l’assessore Federico Riboldi: «Non veniva aggiornato da trent’anni», e oggi c’è una visione strutturata per il futuro della sanità regionale, che esce dalla logica dell’emergenza improvvisata. Il presidente Alberto Cirio ha definito questo passaggio come un momento che segna la transizione da un sistema emergenziale a una prospettiva strategica: una svolta che unisce ospedale e territorio, sanitaria e assistenza sociale, con l’introduzione del nuovo ruolo di direttore socio-sanitario all’interno delle Asl. Come enfatizza, questa figura rappresenta il cuore dell’integrazione tra i servizi, finora rimasta sulla carta, ora finalmente “calata a terra”.

L'assessore alla Sanità, Federico Riboldi, spiega con chiarezza che l’intento è quello di riportare alla sanità pubblica chi oggi – per motivi economici o lunghe liste d’attesa – rinuncia alle cure: «La sanità o è universale, o non è», sintetizza. Il nuovo Piano, dice, definisce obiettivi precisissimi: dalle aggregazioni funzionali territoriali per rafforzare la medicina di base, all’avvio di un corpo logistico sanitario regionale – volontari coordinati all’interno del Cup regionale – per garantire trasporto e accompagnamento, soprattutto nei comuni più piccoli o isolati. Non solo organizzazione, ma anche digitale: un Cup dotato di intelligenza artificiale e l’app "Piemonte in Salute" semplificheranno l’accesso a prenotazioni e servizi. Sempre Riboldi sottolinea che la logica non è sostituire le persone con i software, ma affiancarle efficacemente. In più, l’obiettivo è completare — entro il termine della legislatura — il più grande piano di edilizia sanitaria piemontese, con decine di nuove strutture come Case e Ospedali di Comunità.

Sul versante sociale, l’assessore Maurizio Marrone pone l’accento sulle fragilità invisibili alla politica fino ad oggi: bambini, caregiver familiari, anziani soli, malati cronici, disabili e persone affette da malattie rare. Il Piemonte stanzierà 5 milioni di euro all’anno per il sostegno diretto ai caregiver, collocandosi tra le primissime Regioni italiane in questa misura. Confermati anche strumenti come il Fondo Vita Nascente e un nuovo Buono Vesta da 30 milioni per famiglie con bambini tra 0 e 6 anni. Predisposti meccanismi di partecipazione organizzata, come i tavoli di lavoro per patologie specifiche con associazioni di pazienti, strumenti per la salute mentale (tra cui una Consulta dedicata e il Budget di Salute), e servizi di odontoiatria solidale per le fasce più fragili. Con anche screening neonatali ampliati e assistenza ai disturbi alimentari dai più piccoli agli anziani.

La redazione del nuovo Piano ha previsto la collaborazione di professionisti sanitari, sindacati, associazioni locali e amministrazioni comunali, per fare in modo che la stesura rappresenti davvero le esigenze del territorio. A breve partirà l’iter definitivo in consiglio regionale, con audizioni e eventuali emendamenti, prima della presentazione pubblica del documento.

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