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Rinvio blocco Euro 5 a mai più, Cirio: "La transizione ecologica non la devono pagare i poveri"

Al via lo studio del piano di compensazione delle emissioni: diffusione del biocarburante e studio del modello cinese

Rinvio blocco Euro 5 a mai più, Cirio: "La transizione ecologica non la devono pagare i poveri"

Cari 307mila piemontesi, potrete continuare a circolare. Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio si rivolge in prima battuta a coloro i quali avrebbero dovuto pagare, in assenza di misure alternative, "il costo della transizione ecologica". O perlomeno una sua parte. "Sarebbe stata un'ingiustizia. Noi non criminalizziamo l'auto perché la qualità dell'aria dipende da tanti altri fattori".

Con la conferenza stampa al Grattacielo Piemonte di questa mattina, infatti, si ufficializza la modifica del Piano per la qualità dell’aria, per recepire la norma nazionale che supera lo stop ai veicoli diesel Euro 5 inizialmente per il 1° ottobre 2025, previsto dalle direttive europee. Il blocco, in sostanza, non entrerà in vigore. Ma ora c'è da studiare, e bene, un piano dettagliato di misure compensative.

Il provvedimento

Senza l'intervento sarebbero stati ben 307mila i veicoli in tutto il Piemonte a non poter più circolare, di cui quasi 47mila solo a Torino. Adesso si parla invece di un rinvio all'ottobre del 2026 e solo nelle città con più di 100mila abitanti, invece che 30mila (in Piemonte sarebbero Torino e Novara), a meno che le Regioni non mettano in campo "misure alternative". Che compensino in un altro modo, cioè, le emissioni delle Euro 5. Ed è quanto ha deciso di fare la Regione Piemonte.

Anche qui la parola d'ordine è "task force", con tecnici, esperti, istituzioni (tra cui anche Unito e Polito) e con il contributo scientifico di Arpa Piemonte. Si punterà in primis sulla diffusione del biocarburante, che si produce da semplici scarti di biomassa e si può "fare" in tempi brevi, senza e alcuna modifica ai motori diesel necessaria. "Solo così le emissioni sarebbero tagliate fino a un massimo del 30%. Ma c'è bisogno di potenziare la filiera, che oggi ovviamente è limitata", racconta l'assessore regionale all'Ambiente Matteo Marnati, ottimista sul tema. "Vogliamo diventare i massimi esperti per la produzione e l’uso delle nuove energie e dei biocarburanti ma anche molto altro nei settori della chimica verde, dell’industria, riscaldamento e dell’agricoltura sostenibile", sostiene.

Il target

L'asticella, posta dalla Commissione europea, è quella di ridurre le emissioni degli ossidi di azoto di almeno 500-700 tonnellate e delle polveri sottili di 40-70 tonnellate, in base alle simulazioni di Arpa Piemonte. "Ma vogliamo anche 'convincere' la Commissione europea che le polveri non sono tutte uguali e che bisogna intervenire anche sull'aspetto sanitario, non limitarsi a un superficiale peso specifico", aggiunge Marnati.

Per raggiungere questi risultati, oltre al biocarburante, la Regione potenzierà altre misure già previste dall’attuale Piano per la qualità dell’aria: la progressiva diminuzione dell’attività delle centrali turbogas e l’aumento del contributo delle fonti rinnovabili, (in particolare fotovoltaico e biogas riconvertito alla produzione di biometano). E poi c'è l’intelligenza artificiale, "con cui si può migliorare la gestione del traffico e dei flussi semaforici nelle aree urbane", spiega Cirio.

I prossimi passi

Al netto del "salvataggio degli Euro 5", però, resta da lavorare sul piano di compensazione, e su un piano, parallelo, di misure emergenziali. Torino per la sua conformazione geomorfologica soffre del cosiddetto "effetto catino", per via del ristagno degli inquinanti atmosferici. "Per questo guardiamo alle realtà più inquinate e alle loro soluzioni", dice Marnati, raccontando della sua intenzione di mettere in campo una "diplomazia universitaria", soprattutto tra Polito e le Università cinesi di Shanghai e Pechino, per un confronto attivo sulle innovazioni da loro messe in atto. "Come i loro sistemi di nebulizzazione e assorbimento polveri", racconta l'assessore.

Del piano fanno parte anche gli incentivi del trasporto pubblico: la Tessera dello studente appena lanciata dalla Regione e finanziata con oltre 37 milioni di euro consente a 107 mila universitari under 26 di viaggiare gratis a bordo dei mezzi pubblici – autobus, tram, treni e metropolitana – nelle città capoluogo in cui studiano. All'associazione Torino Respira, che aveva parlato di una riduzione irrisoria delle emissioni grazie all'iniziativa (stimando che circa il 5% degli universitari avrebbe, diversamente, utilizzato l'auto), Cirio replica: "E' solo una delle tante leve. Ciascuna contribuirà con una sua percentuale". 

Infine, allo studio anche pratiche di ibridazione dei motori diesel, tramite kit di riconversione tecnologica, per ridurre consumi ed emissioni senza sostituire i veicoli, con potenziale applicazione su auto Diesel Euro 4-5, veicoli commerciali Diesel e flotte pubbliche.

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