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Sanità

«Non sono soldi per “non far abortire”, di latte, pannolini hanno bisogno tutti»

La replica del presidente del Movimento pro vita che gestisce la Stanza dell’Ascolto

Protesta fuori da Palazzo Lascaris

Protesta fuori da Palazzo Lascaris

«Spesso si tende a confondere il fondo Vita Nascente con la Stanza dell'Ascolto. Ma sono due cose differenti. Forse bisognerebbe spiegare a chi si sta infervorando che di pannolini hanno bisogno tutti». Claudio Larocca, presidente Cav-Mpv di Rivoli e di FederviPa, la federazione regionale che coordina il servizio di ascolto del Sant'Anna - per il momento sospeso per ricorso al Tar -, lo dice risoluto.
Sono spesso rimborsi spese, legati all’acquisto di pannolini, passeggini, ma anche necessari al supporto psicologico delle mamme o alle spese d’affitto. «Non sono soldi spesi per donne che, come si dice impropriamente: "Così non vanno ad abortire"», afferma Larocca.

Il motivo per cui spesso i due temi sono trattati insieme è però il fatto che al fondo Vita Nascente, che lo scorso anno ha visto lo stanziamento di quasi un milione di euro di fondi regionali destinati a 16 associazioni, a maggioranza "Pro vita", ha attinto anche l’associazione che oggi si occupa della Stanza dell'Ascolto, dedicata, per l'appunto, all'ascolto delle future mamme in difficoltà. Risultato di una «propaganda antiabortista che tocca cifre record», denuncia la capogruppo M5S in Regione Piemonte Sarah Disabato. Circa 59mila euro a testa per le «mancette alle associazioni antiabortiste. Risorse sottratte al Welfare», continua, chiedendo il dietrofront della Giunta.

La cifra totale di 940mila euro che secondo la Regione avrebbe consentito il supporto di più di 600 mamme in difficoltà sarebbe distribuito tra: un terzo - 326mila euro - legato a canoni di locazione, poi un 30% tra formazione delle risorse e personale, un 5% in comunicazione. Il resto può variare. Da biscotti, latte, pannolini, ma anche deumidificatori o coperte. «Sulla base della necessità», spiega Larocca. Come dare sostegno alle mamme in difficoltà, infatti, lo valuta l’operatore. Ed è anche su questo punto che batte Disabato: spese poco dettagliate e disparità negli importi erogati. «Continuiamo a chiederci con quali criteri e quali meccanismi di riparto vengano erogate in modo forfettario le cifre. Chi effettua i controlli?», chiede.


«Non facciamo nulla di diverso da quello che il bando prevede», la risposta dalla Stanza dell’Ascolto.
L’assessore al Welfare regionale Maurizio Marrone, considerato il “fautore” dell’iniziativa, non replica in modo diretto, ma tramite i suoi social, parlando di «accanimento ideologico contro i bisogni delle mamme in difficoltà». Resta fedele al target di riscrittura della convezione per la stanza del Sant’Anna nei prossimi mesi: «Conclusa per l’autunno. Il ricorso vinto per un vizio di forma, non di sostanza», ha ribadito.

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