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Il caso

Schael torna al lavoro, lunedì alle Molinette: «Ma in sala d’attesa»

Venerdì scorso il manager uscente ha inviato una Pec in assessorato in cui afferma di non avere ricevuto alcuna revoca e che si presenterà in ufficio come sempre

Caso Città della Salute: la difesa di Schael, ora parla il suo fido collaboratore

Thomas Schael

In ogni soap opera che si rispetti non può mancare un ritorno inaspettato. E così il tedesco commissario di Città della Salute, nonostante la lettera di commiato condivisa con i media lo scorso 29 agosto, annuncia il suo. Lunedì mattina Thomas Schael varcherà nuovamente il portone dell’azienda sanitaria (o almeno così dice). Nella stessa giornata in cui il nuovo direttore generale di Città della Salute, Livio Tranchida, sarà al Regina Margherita per l’inaugurazione del nuovo reparto di Patologia Neonatale, e incontrerà per la prima volta i sindacati medici.
Come mai? Formalmente nessuna revoca del suo incarico gli sarebbe stata notificata. E non è ancora apparsa (nel momento in cui si scrive) la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte.

Schael lo avrebbe notificato venerdì con una Pec indirizzata ai vertici regionali, diffidando, peraltro, la stessa Regione dal procedere con la nomina di un nuovo direttore. Un’email in cui, nonostante lo struggente – ma non per questo privo di polemiche – addio, Schael dice candidamente di non essere a conoscenza della revoca. Fatto curioso. Ma se, in ogni caso, dovesse presentarsi? «Starà in sala d’aspetto», replica ironico, ma anche un po’ amaramente, l’assessore alla Sanità Federico Riboldi, alla notizia che tutto promette, fuorché di essere l’ultimo atto tra i due. «È una mossa che vuole solo stuzzicare. Non può continuare a fare il suo lavoro perché il contratto – sottolinea – lo vincola fino alla nomina del nuovo direttore sanitario». Nomina avvenuta lo scorso 26 agosto. A cosa si “attaccherebbe”, dunque, Schael? Alla mancanza della pubblicazione ufficiale dell’atto che nomina il suo successore, Livio Tranchida.

Dalla Regione si esplicita che Schael «era commissario fino all’atto di nomina». E quindi, ammesso e non concesso che ci sia stata una lungaggine burocratica dietro la pubblicazione del documento, nella sostanza non cambia nulla. La pubblicazione, d’altro canto, servirebbe per un’eventuale impugnazione dell’atto. «Non escludo fini lucrativi. È una mossa fatta per dare fastidio, ma che non giova alla sua immagine», continua Riboldi. La scelta di presentarsi lunedì, infatti, non sembra casuale. È il giorno in cui Tranchida incontra per la prima volta i sindacati medici. Quelli con cui lui, a differenza dell’«amico» Schael – come lo aveva chiamato nella sua prima conferenza stampa da direttore generale – ha dichiarato di volere «definire insieme le priorità». Fermo restando il primo cardine: i conti. Che Schael si presenti o meno lunedì mattina nell’Azienda di corso Bramante, l’occasione è ghiotta per l’opposizione, che da mesi chiede un’informativa urgente a Riboldi. I consiglieri dem Mimmo Rossi e Daniele Valle la definiscono una «sitcom». Osvaldo Napoli (Azione), parla addirittura di un «film dell’orrore». E in effetti le tinte di questo “affaire” si fanno sempre più fosche. Ma Riboldi non si tira indietro: «Giusto che chi sbaglia se ne assuma le responsabilità, è vero», afferma, riferendosi alla calda sponsorizzazione fatta ai tempi sul nome di Schael. «Ma io ho preso il toro per le corna», conclude.

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