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Il caso

Da icona della movida a relitto urbano: l'ex Cacao dimenticato, forse un bando

L'edificio in disuso dal 2018, al suo posto ora solo degrado

Da icona della movida a relitto urbano: l'ex Cacao dimenticato, forse un bando

Un tempo era una delle discoteche più iconiche di Torino, punto di riferimento per intere generazioni. Oggi l’ex Cacao di viale Carlo Ceppi 6, all’interno del parco del Valentino, in San Salvario, è diventato un simbolo di degrado urbano, tra abbandono, occupazioni abusive e sospetti episodi di spaccio. Nonostante la vicinanza fisica al progetto di riqualificazione di Torino Esposizioni — sostenuto dai fondi del PNRR da 13 milioni di euro per il restauro del parco storico del Valentino — l’ex locale notturno si è trasformato in una sorta di zona grigia, formalmente dismessa ma lasciata fuori dai radar della pianificazione pubblica. E tutt’altro che “morta”.

Gli episodi
Oggi l’accesso non è controllato. Il cancello di entrata, sebbene un lucchetto ci sia, è stato forzato e risulta aperto. «Decine di persone entrano ed escono liberamente, alcune in condizioni psicofisiche chiaramente alterate». È la denuncia del vicecapogruppo di Torino Bellissima Pierlucio Firrao in un’interpellanza discussa in Consiglio comunale ieri pomeriggio e indirizzata all’assessore alla Sicurezza Marco Porcedda.
«Non è un caso — aggiunge Firrao — se già a luglio si è verificato un episodio grave: una persona, in evidente stato di agitazione, è uscita urlando e lanciando pietre davanti all’area giochi frequentata da bambini e famiglie».

Progetto a due passi
Eppure a pochi metri da lì, anzi, limitrofo, un progetto c’è. Alcuni ambienti dell’ex discoteca, infatti, vengono attualmente utilizzati come deposito per i lavori del V Padiglione (ovvero dove è previsto l’ampliamento del parcheggio già esistente), ma il resto della struttura versa in uno stato di incuria: vetrate rotte, mura imbrattate, rifiuti ovunque, diventando rifugio di fortuna per senzatetto e tossicodipendenti. A complicare il quadro ci sono gli abusi edilizi: muretti, tettoie, porticati, che dovranno essere rimossi o sanati prima di ogni utilizzo.

Accordo “anticriticità”
Diversi gli interventi nel corso dei mesi. «Il 15 aprile — spiega Porcedda — l’area era stata “bonificata”, e i soggetti presenti identificati e allontanati. Un successivo controllo, il 22, ha fatto identificare altri soggetti, allontanati».
Così, gli agenti si sarebbero accordati con il personale della ditta incaricata ai lavori in corso lì di fianco, ad attivarsi in caso di criticità. «Ma di recente non abbiamo ricevuto nessuna segnalazione», aggiunge l’assessore. Forse non ci sono stati episodi molesti, ma è chiaro, dalle testimonianze video, che il posto sia tutt’altro che disabitato.

Un bando “forse”
Una riqualificazione potrebbe arrivare solo dopo il primo trimestre del 2026, quando saranno conclusi i lavori al vicino Padiglione V.
Fino ad allora niente di sicuro. «La Città, considerando anche i confini funzionali col progetto del Padiglione V — ha dichiarato Porcedda — sta valutando la predisposizione di un bando per la futura assegnazione del bene».
Nessuna prospettiva certa, quindi, per l’area. Secondo Firrao, si tratta di una mancanza di visione politica: «Sono quattro anni che ci vengono dati solo rinvii. Avevamo proposto già nel 2022 di riaprire il locale mantenendone la destinazione originaria. Ma è tutto fermo. E ora che i progetti su Torino Esposizioni sono stati definiti, l’ex Cacao dovrebbe essere incluso nella riqualificazione».
Il luogo, cuore di uno dei parchi più amati dai torinesi, resta, così, ancora nel limbo.

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