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Il caso
23 Settembre 2025 - 10:23
Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo
"C'è totale condanna delle scene di violenza. Ma condividiamo, come Amministrazione comunale, la causa dei manifestanti". Ha commentato così questa mattina il primo cittadino torinese Stefano Lo Russo ai microfoni di ToRadio i disordini di ieri. I cortei durati più di 12 ore nella capitale sabauda e terminati con la "presa" della Sfinge di corso Giulio Cesare, che ha bloccato la tangenziale Torino-Milano. Senza entrare nel merito della domanda postagli: "Le forze dell'ordine avrebbero potuto fare di più?". Che in altre parole è anche un: "Ci sarebbe dovuta essere una gestione della sicurezza migliore?". "Le devastazioni di ieri non aggiungono nulla alla causa ma innescano meccanismi politici che indeboliscono l'enorme, positiva, mobilitazione nazionale", aggiunge senza fare specifici riferimenti a Torino.
Se i numeri di Torino sono stati sicuramente più contenuti della vicina Milano, dove in zona stazione si è parlato di una guerriglia vera e propria con 60 agenti feriti, condannata dal sindaco Beppe Sala, sono state comunque tante le voci politiche levate, soprattutto dopo le immagini della presidente Meloni di fianco al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu bruciate. Come la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella, che ha definito i manifestanti "seminatori d'odio". Di un vero e proprio "attacco allo Stato", parlano invece Roberto Rosso, vice-capogruppo di Forza Italia al Senato e vicesegretario regionale, e Marco Fontana, segretario cittadino del partito a Torino.
I cortei pro-Pal erano iniziati alla buon'ora: dalle 7 del mattino con il blocco dell'accesso al Campus Einaudi, impedendo le lezioni, poi quello dei binari ferroviari nella tarda mattinata; del sottopasso di corso Regina Margherita nel pomeriggio e, infine, in serata, della tangenziale, dove per poco un manifestante non è stato investito da un'auto che, insofferente, ha comunque provato superare il blocco. Nessun ferito, anche se c'è mancato poco, a Torino.
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