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diritti dei lavoratori

Piemonte in prima linea contro lo sfruttamento lavorativo: il progetto Common Ground

L’assessore Bussalino: «Scelta di aderire non solo opportuna, ma lungimirante»

Common Ground in Piemonte: la rete che spezza lo sfruttamento e restituisce dignità a 2.400 lavoratori

L’evento finale del progetto, il 23 settembre all’Aula Magna della Cavallerizza Reale di Torino

Dal 2023 al 2025 sono stati 2400 i cittadini di Paesi Terzi che in Piemonte hanno migliorato le proprie condizioni lavorative grazie a Common Ground, progetto nato per contrastare lo sfruttamento in settori come agricoltura, logistica, delivery, volantinaggio e ristorazione. I beneficiari, provenienti soprattutto da Mali, Gambia, Pakistan, Nigeria, Costa d’Avorio e Bangladesh, sono in gran parte uomini (80%).

La Regione Piemonte è capofila dell’iniziativa, finanziata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con fondi europei del PON Inclusione e del Fondo Sociale Europeo. Il programma coinvolge anche Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Veneto, e dal 2023 a giugno 2025 ha complessivamente raggiunto 5.902 persone.

L’attività ha previsto informazione e sensibilizzazione dei lavoratori, oltre ad assistenza legale, grazie al lavoro in rete di enti del terzo settore, istituzioni pubbliche e università.

Durante l’evento finale, ospitato il 23 settembre all’Aula Magna della Cavallerizza Reale di Torino, l’assessore regionale Enrico Bussalino ha dichiarato: «Oggi possiamo affermare che la scelta del Piemonte di aderire al progetto è stata non solo opportuna, ma lungimirante. I risultati ottenuti dimostrano che il vero valore aggiunto di Common Ground risiede nella dimensione interregionale: una rete pubblica e multi-agenzia capace di identificare, proteggere e assistere le vittime in tutti i settori lavorativi».

E ha aggiunto: «Il lavoro svolto dimostra che solo attraverso la cooperazione e la responsabilità condivisa possiamo dare risposte concrete alle persone più vulnerabili e rafforzare una cultura del lavoro sicuro, legale e rispettoso della dignità umana».

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