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La pace di Gaza
10 Ottobre 2025 - 11:00
Gli ostaggi torneranno entro martedì. Lo sancisce la bozza finale della fase uno firmata ieri mattina in Egitto. I 48 ostaggi rapiti il 7 ottobre (di cui solo 20, però, si stima siano ancora vivi) a 72 ore dalla riunione del Governo, in cambio di 1.950 prigionieri palestinesi. Dopo 24 ore, invece, il cessate il fuoco.
A poco più di due anni dal massacro dei quasi 1.200 israeliani, annunciato dal movimento militare islamico di Hamas come “Operazione diluvio di Al-Aqsa”.
«Un primo passo verso il rilascio di tutti gli ostaggi». Lo ha detto la portavoce del governo israeliano Shosh Bedrosian ieri pomeriggio, poco prima della riunione del gabinetto politico di sicurezza che precede il Consiglio dei ministri del Governo israeliano per approvare l'accordo. Riunione che si è conclusa poi ieri alle 20 circa, senza un voto.
Mentre le strade di Gaza sono un tripudio di festeggiamenti, Hamas ha dichiarato che l'accordo determina il parziale ritiro delle Idf (Israel Defense Force), ovvero le forze di difesa israeliane (che, tuttavia, manterranno il controllo sul 53% del territorio), l'ingresso di aiuti e lo scambio dei prigionieri-ostaggio.
Tra i punti del piano, che il presidente Usa Donald Trump definisce «Primo passo per una pace duratura», uno dei nodi principali sarà la collaborazione degli Stati Uniti con i partner arabi e internazionali per sviluppare una Forza internazionale di stabilizzazione (Isf) temporanea da dispiegare immediatamente a Gaza. Le Isf addestreranno e forniranno supporto alle forze di polizia palestinesi selezionate a Gaza e si consulteranno con Giordania ed Egitto, che vantano una vasta esperienza in questo campo. Questa forza rappresenterà la soluzione di sicurezza interna a lungo termine.
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