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L'allarme
23 Ottobre 2025 - 18:16
«Se non si interverrà tempestivamente, il settore automotive europeo rischia di essere travolto, con gravi ripercussioni occupazionali e industriali». E' l’allarme già lanciato nei giorni scorsi dal segretario generale del sindacato metalmeccanico Fim-Cisl, Ferdinando Uliano, dopo l’incontro con l’amministratore delegato di Stellantis Italia, Antonio Filosa, al Centro Stile di via Plava, a Torino. E lo formalizza oggi con un comunicato stampa.
«Non è più possibile mantenere inalterate le attuali limitazioni imposte dal regolamento europeo sulle emissioni di CO₂», afferma. Il riferimento è al regolamento Ue che prevede la cessazione della produzione di motori endotermici entro il 2035 e sanzioni pesanti per chi non rispetta i limiti di emissione. Una norma che, secondo Uliano, va rivista profondamente: «È indispensabile coniugare la riduzione delle emissioni con la salvaguardia dell’industria e dell’occupazione. Solo in Italia sono a rischio oltre 70mila lavoratori».
Per il segretario della Fim-Cisl, Bruxelles ha finora ignorato la dimensione sociale della transizione: «La posizione di Paesi come Francia e Spagna, favorevoli al mantenimento dell’attuale quadro normativo, è pericolosa. L’Unione europea non ha messo in campo misure adeguate per accompagnare un percorso realmente sostenibile: mancano interventi sulla rete di trasporti, sulla componentistica e una strategia contro il dumping dei costruttori cinesi (cioè la vendita di prodotti a prezzi stracciati, con cui l'Europa non riesce a competere, ndr)».
Uliano rilancia la necessità di una “neutralità tecnologica”, ovvero la possibilità di valorizzare tutte le soluzioni motoristiche – ibride, elettriche, a biocarburanti o idrogeno – che contribuiscono alla decarbonizzazione, senza penalizzare le filiere tradizionali. «I tempi e i modi del processo di transizione devono essere realistici e compatibili con le capacità produttive e sociali del continente», sottolinea. Lo stesso concetto ribadito qualche settimana fa dal presidente dell'Unione industriali di Torino Marco Gay.
L’incertezza normativa sta già frenando nuovi investimenti, anche in casa Stellantis. «È fondamentale che il gruppo acceleri l’attuazione del piano industriale presentato il 17 dicembre 2024 – aggiunge Uliano – e rafforzi la propria strategia in Italia con nuovi modelli e ulteriori investimenti. Un quadro regolatorio più chiaro consentirebbe di definire impegni concreti e tempestivi».
Da qui l’appello al governo italiano: «Chiediamo di intervenire con decisione a livello europeo per promuovere la revisione del regolamento sulle emissioni. La Fim-Cisl si attiverà anche attraverso la federazione IndustriAll per sostenere questa battaglia a tutela del lavoro, dell’industria e del futuro dell’automotive in Europa».
Una battaglia che, conclude Uliano, «non è ideologica ma di sopravvivenza: senza un cambio di rotta, l’intero settore rischia di fermarsi prima ancora di arrivare al traguardo della transizione verde».
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