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Il caso
06 Novembre 2025 - 06:16
Emma De March è cresciuta nell'Aquatica Torino
A quasi vent’anni dalle Olimpiadi Invernali di Torino 2006, il complesso del Palazzo del Nuoto di via Filadelfia 89 torna al centro del dibattito cittadino. Da un lato, la promessa — finalmente concreta — di vedere completata un’opera rimasta nel cassetto per due decenni: il parcheggio sotterraneo. Dall’altro, il bar della piscina, che di caffè non ne serve almeno dal 2020, nonostante numerose interpellanze e richieste della cittadinanza.
Agli sgoccioli, entro le prossime Atp Finals di tennis, previste proprio nella vicina Inalpi Arena tra il 9 e il 16 novembre prossimo, il parcheggio da quasi 200 posti auto (145 interrati e 54 in superficie). Lo ha assicurato lo scorso 27 ottobre in Consiglio comunale l’assessora alla Mobilità Chiara Foglietta. Rispondendo a un’interpellanza della capogruppo FI Federica Scanderebech, Foglietta ha chiarito che l’opera aveva richiesto un ulteriore stanziamento di circa 250mila euro, per interventi di adeguamento e messa in sicurezza. Potrebbe, però, non arrivare in tempo la messa in funzione dell’ascensore. “Anche se l’accesso al piano zero sarà garantito anche alle persone con disabilità", spiega.
Scanderebech ha accolto positivamente la notizia, sottolineando che il quartiere Santa Rita soffre da anni di “grave emergenza di parcheggi, congestione veicolare e sosta selvaggia. Il parcheggio del Palazzo del Nuoto è fondamentale non solo per gli eventi ma per la vita quotidiana del quartiere. I box privati hanno costi altissimi, e chi cerca posto in strada finisce per intasare la viabilità”.
Accanto al parcheggio, però, resta irrisolta un’altra questione: quella del bar chiuso. La serrata, avvenuta durante l’emergenza Covid, doveva essere temporanea. Invece, a distanza di cinque anni, la saracinesca è ancora abbassata e non è previsto nessun bando per la sua riapertura. Il locale, diventato punto di riferimento per atleti, genitori e residenti del quartiere, oggi è sostituito da distributori, con un servizio minimale.
La questione è stata rilanciata in Consiglio di Circoscrizione 2 dal consigliere Vincenzo Macrì (FdI), che sul punto aveva interpellato l’assessore ai Grandi Eventi Mimmo Carretta. “Il bar era stato chiuso nel 2020 e sostituito con distributori automatici, potenziati nel tempo, considerato che l’autorizzazione temporanea risultava scaduta nel 2016”, è parte della risposta scritta dell’assessore. “L’assegnatario — la Federazione Italiana Nuoto — potrà gestire eventuale servizio bar o ristoro”. Non ci sarebbe, quindi, nessun obbligo in capo alla FIN di tenere aperto il bar.
Ma la risposta indigna Macrì: “Nella sostanza vuol dire che non c’è volontà nel riaprire la caffetteria, che potrebbe portare introiti e offrire un servizio reale agli utenti”, denuncia.
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