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Il caso

Torino tra le prime città per consumo di droga, la proposta in Circoscrizione 7: «Serve una stanza per farlo in modo sicuro»

Il centrosinistra punta a sperimentare uno spazio di consumo controllato per ridurre i rischi. Rodia (Lega): «È una follia»

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Foto: Depositphotos

A Torino torna il dibattito sulle cosiddette “stanze del consumo consapevole”. La Circoscrizione 7 ha approvato una mozione, firmata da Ilaria Genovese (Sinistra Ecologista) e Jasch Sol Ninni (Civica per Torino), che chiede di avviare una sperimentazione all’interno dell’ospedale di corso Svizzera. L’idea è creare un luogo sicuro dove le persone con dipendenze possano assumere sostanze sotto la supervisione di personale sanitario, riducendo i rischi di overdose e di contagio da malattie infettive.

La proposta segue quella presentata due anni fa in Sala Rossa dal capogruppo PD Claudio Cerrato, che suggeriva di istituire un’area analoga presso l’Amedeo di Savoia, accanto al SerD. La mozione invita Comune, ASL, Regione e Prefettura a istituire un tavolo di lavoro per coordinare la sperimentazione e prevede azioni immediate come il potenziamento delle unità di strada, il drug checking e la distribuzione di kit sterili, con l'aggiunta di campagne di sensibilizzazione.

Nel 2024 i servizi torinesi per le dipendenze hanno seguito 6.393 utenti, confermando la città tra le prime in Italia per consumo di stupefacenti pro capite. “Ogni sala del consumo può prevenire fino a sei decessi all’anno e centinaia di accessi in pronto soccorso” commenta Ilaria Genovese, che aggiunge: “L’obiettivo non è incentivare l’uso di droghe, bensì quello di ridurre i rischi, prevenire decessi e diffusione di malattie infettive”.

“Il Governo continua a tagliare fondi e a diffondere una retorica punitiva, noi proviamo a dare un’alternativa, forti del principio che la sicurezza nasca dalla cura, non dalla criminalizzazione” dichiara Sara Diena, capogruppo di Sinistra Ecologista in Consiglio comunale.

Anche Sol Ninni, che da vent’anni si occupa della bassa soglia, sottolinea: “Siamo consapevoli che questa mozione non è la soluzione al problema, ma un primo passo”. Anche il Partito Democratico, con il consigliere Ernesto Ausilio, conferma il sostegno all’iniziativa.

Dalla Lega, arriva la risposta di Daniela Rodia«È una follia. Non si tutela il debole assecondando la droga: si combatte lo spaccio e si previene il degrado. È una scelta che rischia di normalizzare il consumo e di abbandonare le persone fragili al proprio destino, invece di aiutarle a uscirne.» 

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