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L'anticipazione

Report sulle Atp Finals di Torino, ecco perché Ranucci sfrutta l'Effetto Sinner (che non ci sta)

Nel mirino la società "Sport e Salute" e il Governo Meloni, nella puntata in onda questa sera

atp finals, tra successo e potere: l’inchiesta di Report accende il dibattito su Torino

Uun torneo che brilla, un pubblico innamorato, un bilancio da capogiro, un campione staordinario. Eppure, proprio quando il tennis italiano vive un momento d’oro e le Atp Finals di Torino si affermano come evento di punta, si accende un faro critico. La trasmissione Report, diretta da Sigfrido Ranucci, non esita a mettere in imbarazzo persino Jannik Sinner per attaccare il governo Meloni, dedicando un’inchiesta al torneo “dei maestri” e ai riflessi della politica sulla macchina organizzativa. È un paradosso solo apparente: quando lo sport diventa industria, chi governa vuole solo sostenere, oppure anche giocare la partita? E chi "indaga" cerca davvero qualcosa che non va o prova solo a sfruttare la scia mediatica e, in questo caso, l'Effetto Sinner?



Un successo che genera domande
Le Atp Finals resteranno in Italia fino al 2030. L’edizione appena conclusa ha generato un giro d’affari che, secondo le anticipazioni, ha superato i 600 milioni di euro. Sono numeri che parlano da soli, cartina di tornasole di un interesse popolare e di un’attrattiva economica rare. Eppure, tanto successo non mette tutti d’accordo. Anzi, diventa l’innesco di un’inchiesta che promette di far discutere: “Fratelli di sport”, a cura di Carlo Tecce e Lorenzo Vendemiale, andrà in onda nella puntata di oggi, domenica 23 novembre. L’obiettivo? Indagare gli “interessi del Governo sulle Atp Finals”.



La mossa del governo Meloni
Il passaggio chiave, segnalato da Report, riguarda una legge ad hoc con cui il Governo Meloni è entrato nell’organizzazione dell’evento attraverso Sport e Salute, la società in house del ministero dell’Economia che promuove lo sviluppo dello sport in Italia, con una dotazione intorno ai 500 milioni l’anno. Un ingresso definito “un fulmine a cielo sereno” da Angelo Binaghi, presidente della Federtennis, che ai microfoni di Report ha scandito: “Siamo passati da una legge che ci diceva che dovevamo arrangiarci da soli, e noi lo abbiamo fatto anche egregiamente. Siamo stati talmente bravi che l’Atp ci ha esteso le Finals per altri cinque anni. Ora invece il Governo ha fatto una legge in cui il braccio armato, chiamiamolo così, del governo che è Sport e Salute opera direttamente, un po’ come se un arbitro incominciasse anche a giocare”. 



La cautela di Sinner
Nel pieno del clamore mediatico, la voce più attesa resta quella del numero 1 del tennis italiano. Gli inviati di Report lo hanno raggiunto durante le ATP Finals di Torino, ponendogli una domanda che tiene insieme risultati e politica (utile come fare una domanda di politica a un calciatore: ma che volete che risponda? Una tattica per metterli in imbarazzo). “Pensi che i tuoi successi possano aver attirato l’interesse della politica e che il governo voglia approfittare di questo grande momento del tennis italiano?”, chiede l’inviato. Sinner sceglie la prudenza: “È una domanda a cui non voglio rispondere. Ci sono tanti movimenti esterni che io seguo ma fino a un certo punto. La cosa importante è far crescere lo sport, per quanto riguarda quello che succede con la politica in questo momento non ho voglia di entrarci”. Una presa di distanza netta, che conferma la volontà di restare concentrato sul campo. Ma non spegne gli interrogativi.

I temi al centro dell'inchiesta
Report annuncia di aver acceso i riflettori su tre fronti: l’operazione dell’esecutivo, la scelta dei dirigenti di Sport e Salute e i possibili conflitti di interessi. Il tutto supportato da “documenti inediti e testimonianze esclusive”. Non si tratta, quindi, di una questione meramente tecnica: è una riflessione sul perimetro del potere pubblico nella gestione di un evento sportivo di vertice. Dove finisce il legittimo sostegno e dove inizia l’ingerenza? E quanto conta la trasparenza nelle nomine quando in gioco ci sono marchi, sponsor e centinaia di milioni?



Torino e l'orizzonte 2030
La città che ospita le Finals, Torino, è il palcoscenico di un progetto che guarda lontano: fino al 2030. Un orizzonte temporale che, nelle intenzioni, offre stabilità e continuo ritorno di immagine. Ma proprio la stabilità rende cruciale definire con chiarezza il modello di governance. Se l’evento è già un “successo che si ripaga”, perché un cambio di rotta normativo? È solo un salto di qualità nella gestione, oppure un’appropriazione dello spazio operativo da parte del pubblico a torneo già in corsa?


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