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Il caso

Più di mille multe ogni mese: la stretta alla micro-mobilità

A Torino la micro-mobilità esplode: 10.454 sanzioni, 24 confische di bici truccate e l'appello a regole e controlli dopo la morte del quindicenne Francesco Arauco

Sfreccia in strada con un monopattino più potente di un motorino: mezzo sequestrato dai vigili

Sfreccia in strada con un monopattino più potente di un motorino: mezzo sequestrato dai vigili

La micro-mobilità torinese cresce, diventando con insistenza parte dell’ecosistema urbano. Ma con essa aumenta anche il caos cittadino. I numeri relativi alla sanzioni sui velocipedi elettrici - alias monopattini e bici elettriche - continuano a confermarlo: 10.454 sanzioni al 31 ottobre. La maggior parte - 6.581 - per sosta irregolare; 3.863 per cosiddetti «comportamenti sbagliati», come slalom tra marciapiedi e ciclabili, o condotte contromano; 2.520 per mancanza di uso di caschi. Per un totale di circa 35 contravvenzioni comminate ogni giorno.

Di queste, poi, una fetta ancora piccolissima, ma che inizia a prendere piede sono le confische delle bici truccate. Ventiquattro totali. «Un primo segnale concreto di un fenomeno in costante crescita, su cui oggi la polizia locale non dispone ancora di strumenti tecnici specifici per rilevare con precisione le manomissioni e le reali prestazioni dei mezzi», ha affermato Pierlucio Firrao questo pomeriggio in Consiglio comunale. La risposta arriva a seguito della comunicazione dei dati della polizia locale da parte dell’assessore comunale alla Sicurezza e alla Polizia Locale Marco Porcedda e conferma l’intensificarsi dell’impegno delle forze dell’ordine nel contrasto ai malcostumi legati alla mobilità elettrica. Soprattutto dopo l’episodio dello scorso 25 giugno: quando Francesco Arauco, giovane di appena quindici anni aveva perso la vita su corso Venezia, proprio a bordo di un monopattino.

Motivo che impone, secondo Firrao, una maggior regolamentazione. «La mobilità dolce va governata e accompagnata nella sua espansione, non lasciata senza controlli, perché la presenza di ciclomotori elettrici camuffati da biciclette all’interno delle piste ciclabili costituisce un rischio serio per la sicurezza di ciclisti, pedoni e altri utenti vulnerabili. - avverte - Servono regole chiare, controlli efficaci e strumenti adeguati per distinguere chi utilizza correttamente mezzi sostenibili da chi aggira le norme».

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