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Il caso
25 Novembre 2025 - 17:36
Ostruzionismo a oltranza. E’ quanto promettono le opposizioni in Consiglio regionale fino a che non ci sarà «un atteggiamento dialogante». Era già successo con l’aumento dell’Irpef prima della pausa estiva e il nuovo terreno di scontro oggi diventa l’edilizia sociale.
Nel merito il ddl 107 presentato dall’assessore regionale alla Casa Maurizio Marrone che modificherebbe le norme sull’edilizia sociale, in particolare per quanto riguarda la messa a disposizione temporanea di alloggi a canone sostenibile. A chi? A enti del terzo settore, che li ristrutturerebbero, per poi restituirli ad Atc. Una sorta di “autorecupero” a tempo.
Ma la cosa farebbe acqua da diversi punti di vista, tali da motivare i più di 2.500 emendamenti all’atto. «Si vuole destinare il 20% degli alloggi non si sa bene a chi. Non sono individuati i soggetti specifici che ne beneficerebbero», sostiene la capogruppo Avs Alice Ravinale. «La cifra che ne sarebbe corrisposta è poco chiara», afferma invece la consigliera Dem Monica Canalis. Per il Movimento 5 Stelle invece: «I conti non tornano. Avevamo chiesto a Marrone i dati sulle riqualificazioni, ma non ci sono mai stati dati. Tra l’altro lo scorso anno venivano sventagliati i fondi Pnrr e Superbonus ottenuti: circa 500 milioni», spiega la capogruppo Sarah Disabato. Più sagace il consigliere 5 Stelle Unia: «Questo è un “Robin Hood al contrario”. Danno ai ricchi per togliere ai poveri». «Non possiamo permettere che le famiglie diventino vittime dei calcoli di destra», aggiunge invece la capogruppo Sue Vittoria Nallo.
La preoccupazione, infatti, è che dietro l’angolo ci sia la privatizzazione progressiva degli immobili popolari. «Che succederebbe se dietro questi enti terzi ci fossero privati immobiliari? Il rischio è snaturare il senso delle politiche abitative», sostiene la consigliera del Pd Nadia Conticelli.
E’ per questo che le opposizioni non dicono «No» a prescindere, ma pongono alcuni “paletti”. Il primo è escludere dal provvedimento gli alloggi immediatamente assegnabili. Il secondo escludere i soggetti con scopo di lucro.
Anche perché, osserva Ravinale, dai dati del 2024 per riqualificazione del patrimonio immobiliare Atc servirebbero 55 milioni complessivi. «Non sono così tanti. Ricorso che questa Regione ne ha stanziati 50 per il “fondo neve”», sostiene la capogruppo Avs.
Ma per il propugnatore del ddl, Marrone, si tratta solo di pregiudizi ideologici. «Dire di no ai contributi di altre istituzioni ed enti che potrebbero pagare manutenzioni di case popolari, mettendoci comunque i propri lavoratori nello spirito originario dell'edilizia pubblica, per poi consegnarli a chi attende nelle graduatorie, è una ottusità ideologica demenziale».
"Incomprensibile", l'ostruzionismo che ha paralizzato i lavori per il capogruppo di Fratelli d’Italia, Carlo Riva Vercellotti, e la vice, Alessandra Binzoni. "Si tratta di uno strumento per consentire il risanamento degli alloggi che le Atc da sole non riescono a completare: non si capisce davvero quale sia il motivo per osteggiare questa legge, se non una forma di opposizione preconcetta”, aggiungono. «Non ci piegheremo al pantano di questa sinistra che ormai insegue una deriva “No a tutto”», rincara invece Marrone. E le barricate restano alzate.
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