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Leggende del Piemonte

La leggenda del Babi ‘d Canal: il rospo gigante che sconvolse il Piemonte

La straordinaria creatura apparsa a Canale d’Alba nel 1874, divenuta uno dei racconti più singolari del folklore piemontese

La leggenda del Babi ‘d Canal: il rospo gigante che sconvolse il Piemonte

Nel 1874, le cronache di Canale d’Alba (CN) riportarono l’inquietante apparizione di una creatura straordinaria all’interno del cimitero cittadino. Tanto sorprendente fu l’avvistamento da attirare l’attenzione di Michele Lessona (1823-1894), noto giornalista, zoologo e uomo politico torinese, che ne scrisse una dettagliata descrizione.

Secondo il Lessona: «Non si è mai vista una creatura simile. Nessuno zoologo potrebbe classificarla. La chiamano rospo, ma con il vero rospo condivide solo la ripugnanza. È grande quanto un barbone, con bocca da rospo da cui spesso esce un fumo simile a quello del Vesuvio. Il muso è ornato di peli che ora si drizzano, ora assumono la forma di baffi umani. Possiede una cresta insolita, alta circa un palmo, da cui gocciola un liquido nauseabondo. Gli occhi, simili a quelli di un asino, sono grandi e rossi, mai entrambi aperti, e il loro sguardo sembra intorbidire il sangue. Il corpo presenta striature che cambiano durante il giorno: minute al mattino, più visibili a mezzogiorno e enormi di sera. La coda, simile a un boa, sbatte e ruggisce come un leone davanti a qualsiasi luce notturna. A volte emette grida udibili a un chilometro di distanza e si contorce su se stessa; chi lo osserva, armato di fucile o pistola, ritiene prudente allontanarsi».

Il primo giornale a riportare la vicenda fu “La Sentinella delle Alpi”, nel numero del 29 marzo 1874. L’articolo suggeriva che il Babi ‘d Canal fosse l’orribile trasformazione post-mortem di un peccatore canalese, che in vita aveva dichiarato più volte di preferire diventare un rospo piuttosto che confessare i propri peccati. La notizia, rilanciata da altri giornali dell’epoca, raggiunse persino i circoli scientifici più rigorosi, diffondendosi con la stessa rapidità delle moderne fake news.

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