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Il caso
09 Dicembre 2025 - 13:57
Telefono che squilla all'ora di pranzo o mentre si è al lavoro, numeri sconosciuti che ricompaiono a raffica, operatori che si presentano come “l'Autorità”, “l'ufficio tecnico” o “il centro assistenza bollette”. Ogni giorno vi facciamo i conti, spesso senza sapere che dietro quelle chiamate si nascondono società specializzate in teleselling aggressivo, capaci di manipolare informazioni e identità pur di strappare un "sì". Ora, per queste pratiche, sei aziende attive nei settori energia e telecomunicazioni sono finite nel mirino dell' Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che ha comminato sanzioni per oltre 500mila euro.
Tra loro un'azienda piemontese con base a Sommariva Perno, in provincia di Cuneo. Si chiama Fire S.r.l., ed è fra le sei società multate dall' AGCM per pratiche di teleselling scorrette e ingannevoli promosse nel settore dell'energia e delle telecomunicazioni (ad essere coinvolte anche Titanium S.r.l. e J.Wolf Consulting S.r.l. per l'energia, Nova Group S.r.l., Communicate S.r.l. e Entiende S.r.l. nelle telco).
Secondo l'istruttoria dell'Antitrust, gli operatori dei call center contattavano i consumatori proponendo nuovi contratti di fornitura energetica o telefonica. Per fare leva sulla fiducia, spesso si spacciavano per dipendenti di “autorità di regolazione” o di presunti “centri assistenza bollette”, affermando che fossero emersi aumenti tariffari imposti dalla regolazione o presunte anomalie tecniche (come “doppie attivazioni” o problemi nello switching).
Nel caso delle telecomunicazioni, analoghe tattiche venivano usate: gli operatori dichiaravano di appartenere all'“ufficio tecnico o amministrativo” del gestore telefonico del cliente, avvertivano di imminenti disservizi o rincari, e proponevano “offerte vantaggiose” con altri operatori come soluzione urgente. Alle due Telco Titanium S.r.l. e Fire S.r.l., così, la multa più salata: 160mila euro in solido.
L'Antitrust ha dichiarato che le pratiche di teleselling messe in atto avevano lo scopo di condizionare la libertà di scelta dei consumatori, inducendoli a firmare nuovi contratti sotto pressione e con informazioni fuorvianti — in violazione degli articoli 20, 21 e 22 del Codice del consumo.
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