Val di Susa, assalto alle piste e alberghi sold out. E Vialattea ora "punta" alle Torri del Sestriere

Il presente sorride, il futuro potrebbe essere anche migliore.
Al Sestriere splende il sole e il presidente in pectore della Vialattea (entrerà ufficialmente in carica il 20 gennaio) Massimo Feira, sorride. Non solo per la “promozione” imminente ma anche perché, trascorso il Natale, sulla sua scrivania ci sono i primi dati della stagione appena iniziata e il segno “+” fa bella mostra di se. «A livello di presenze - spiega - siamo all’incirca al +10% rispetto allo scorso anno. Un trend ottimo anche perché non è dovuto al meteo, diventato positivo solo con questa bella nevicata a ridosso del Natale. Prima aveva nevicato poco e aveva fatto caldo, cosa che, insieme a un guasto tecnico nell’area di Sauze d'Oulx, ci ha impedito di produrre tutta la neve artificiale che avremmo voluto».
E le proiezioni per le prossime settimane cosa dicono?
«Sono ottime. In pratica, le attività di ricezione segnalano un “sold out” (tutto esaurito ndr) fino all’Epifania. E alcune, diciamo le migliori, quelle più ricercate dai turisti, addirittura fino a marzo».
Questo riapre il problema della carenza di strutture alberghiere in alta valle. I posti letto, è già stato detto più volte, sono pochi e ancora più pochi sono quelli di “qualità”. La pensa così anche lei?
«Assolutamente sì. Bisogna aumentare l’offerta e la tipologia. Noi, Vialattea e Colomion, facciamo parte di un sistema e abbiamo bisogno che tutti facciano la loro parte. Noi, ad esempio, dobbiamo impegnarci a migliorare e aumentare il sistema di produzione della neve artificiale per sopperire alla carenza di quella naturale, dovuta ai cambiamenti climatici, specialmente nella prima parte della stagione. E lo stiamo facendo: ci sono piani di investimenti già approvati che prevedono lavori, a partire dalla prossima estate, a Sauze d’Oulx, a Cesana e a Claviere. L’obiettivo di lungo periodo è quello di arrivare a tenere aperto sempre tutto il comprensorio. Ma, in un sistema in cui noi attiriamo turisti, servono anche i posti letto per accoglierli».

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In mancanza di investitori, avete in mente di intervenire sul mercato alberghiero voi stessi?
«Sì, stiamo valutando un paio di operazioni e direi che sono a buon punto. E siamo pronti a collaborare anche con l’associazione dei proprietari delle seconde case che è nata proprio in questi giorni».
Al Sestriere si vocifera anche di un vostro interessamento per le torri, il simbolo del paese e del comprensorio. Cosa c'è di vero?
«Le Torri sono qualcosa in più di un semplice albergo: il loro recupero e la loro valorizzazione dovrebbero essere interesse di tutti. Non sono una delle nostre operazioni in fase di chiusura ma le ho visitate di recente. Noi abbiamo voglia di lavorare con chi le gestisce ora, Aurum, ma l’interesse deve essere prima di tutto loro. Rilevarle non è un obiettivo alla nostra portata ma potremmo fare come abbiamo fatto nel Club Med, in cui abbiamo messo una quota. Credo che gli investitori interessati non mancherebbero».

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Però il progetto dell’hotel fronte piste caldeggiato dal Comune non è mai decollato.
«L’idea era buona ma quella zona a me piace così com’è, bisognerebbe valorizzare quello che c’è e magari trovare un luogo più adatto a una struttura di dimensioni più grandi. Quella era troppo piccola per poter attirare grandi investitori».