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Politica & Finanze
06 Marzo 2025 - 17:10
Dopo Iren, Gtt? C'è aria - e volontà - di manovre finanziarie dalle parti di Palazzo Civico, o di fare confusione politica. Con l'idea di un referendum per far decidere ai cittadini se il Comune debba vendere le sue quote di Gtt, l'azienda di trasporti. Un referendum dal costo di un milione e mezzo di euro, da scaricare sulle casse del Comune (ossia dei cittadini).
Il tema è stato affrontato, secondo quanto riferisce CittAgorà, periodico del Comune di Torino, martedì 4 marzo, in Conferenza dei capigruppo in seduta congiunta con la Prima commissione. Sul tavolo, il 51% delle quote di Gtt, detenute dal Comune stesso. Ma se l'operazione da 83 milioni di euro per l'acquisto di azioni Iren ha portato Torino al "controllo" della multitutility con buon possibilità di rendita finanziaria, quella su Gtt parte dalle perdite economiche della controllata (5 milioni di euro a fine 2023) e dalle accuse rivolte all'attuale ad, Serena Lancione, per i disservizi a ripetizione fra metropolitana e altre linee. Ma soprattutto parte da una volontà politica di sollevare un dibattito (o buttarla in caciara).
Il referendum nasce infatti da una uscita da (radicale) libero battitore di Silvio Viale (+Europa), che seppure eletto in una lista civica a sostegno del sindaco Lo Russo, sembra - fra naso e parrucca da clown o bermuda in estate nonché crocifissi - una sorta di opposizione interna all'attuale giunta.
Viale ha proposto questo testo: “Volete voi che la Città di Torino venda almeno il 51% di Gtt, al fine di potersi dedicare meglio ai suoi compiti di regolamentazione e pianificazione del trasporto pubblico locale, nonché di controllo degli standard qualitativi del servizio, e di affidare a gestori professionali l’organizzazione più efficiente del servizio, col migliore rapporto fra qualità e costi per la collettività?”. In poche parole: Gtt è una società male amministrata, il Comune - che perde denaro - la venda a soggetti privati.
La discussione ha coinvolto anche due assessore, quella al Bilancio Gabriella Nardelli e quella ai Trasporti Chiara Foglietta. Per quest'ultima, una società privata "non porterebbe necessariamente a una maggiore efficienza". Anzi, secondo Pierino Crema (PD) e Sara Diena (Sinistra Ecologista) addirittura si rischierebbero tagli (ulteriori) alle linee e riduzioni di personale.
In compenso, come ha sottolineato Nardelli, questo referendum - che non prevede quorum e, qualunque sia il suo esito, non impegnerebbe il Comune - costerebbe una cifra fra 1 e 1,5 milioni di euro. Inoltre la "svendita" - come l'ha definita - della società non porterebbe alcun beneficio. Quanto alle perdite di esercizio, l'assessora ha ricordato che verranno riassorbite "entro il 2027". Inoltre, nel suo mandato elettorale il sindaco Stefano Lo Russo aveva escluso la privatizzazione di Gtt, "patto sottoscritto anche dal consigliere Viale" ha fatto notare la piddina Caterina Greco. Per Simone Fissolo dei Moderati, invece, bisogna "coinvolgere le forze politiche". Risultato, il tema finirà in discussione in un prossimo consiglio comunale.
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