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POLITICA & ROYAL FAMILY

Re Carlo III parla in italiano alla Camera: «E poi uscimmo a riveder le stelle» (VIDEO)

Storico discorso di re Carlo III a Montecitorio: tra omaggi a Dante, ironia sulla cucina italiana e un messaggio forte di amicizia tra Italia e Regno Unito

Nella terza giornata della sua visita a Roma, Re Carlo III ha preso la parola davanti alle Camere riunite, diventando il primo sovrano britannico a parlare nell’Aula di Montecitorio. Un momento solenne e storico, accolto da un lungo applauso e una standing ovation. Al suo fianco, la regina Camilla, in prima fila, mentre Carlo sedeva tra il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, e quello del Senato, Ignazio La Russa.

L’incontro ha preso il via con gli inni nazionali e i discorsi istituzionali. Fontana ha sottolineato il valore dell’amicizia secolare tra Italia e Regno Unito, ricordando il viaggio della regina Elisabetta II a Roma nel 2000 in occasione del Giubileo. «Il nostro rapporto è fondato su valori comuni come la libertà e la democrazia, custoditi dalle istituzioni parlamentari», ha dichiarato, aggiungendo un pensiero affettuoso per Elisabetta II e un saluto speciale a Camilla, nel giorno del ventesimo anniversario di matrimonio dei sovrani.

Ignazio La Russa ha invece posto l’accento sulle sfide globali condivise, come la sicurezza, l’ambiente, i flussi migratori e le dinamiche economiche: temi su cui, ha detto, «la cooperazione tra i nostri due paesi è essenziale». Ha parlato anche della necessità di valorizzare il capitale umano e culturale, in un contesto internazionale sempre più interconnesso.

Con tono caloroso, re Carlo III ha esordito con una dichiarazione d’intenti: «Sono qui con lo scopo di ribadire la profonda amicizia tra Regno Unito e Italia e per impegnarmi per fare tutto quello che posso per rafforzarlo nel tempo che mi sarà concesso come re».

Ha ricordato il forte legame culturale tra i due paesi: «Un terzo delle opere di Shakespeare è ambientato in Italia», ha osservato, ammettendo con ironia le occasionali "profanazioni" della cucina italiana da parte dei sudditi britannici.
«Spero di non stare rovinando la lingua di Dante così tanto da non essere più invitato in Italia», ha aggiunto con un sorriso, strappando una risata all’Aula.

Nel suo intervento, il re ha evocato anche momenti significativi della sua lunga frequentazione con il nostro Paese: dalle visite a Venezia, dopo il restauro del Teatro La Fenice, fino al viaggio ad Amatrice all'indomani del terremoto. «Ho compiuto 18 visite nel vostro Paese e una delle gioie della mia vita è conoscere questo Paese», ha raccontato, sottolineando quanto sia cresciuta nel tempo la sua ammirazione per l'Italia. Lo sguardo si è poi spostato sull'attualità e sul contesto geopolitico: «Gran Bretagna e Italia sono unite nella difesa dei valori democratici. Siamo stati entrambi al fianco dell'Ucraina nel momento del bisogno, e le nostre forze armate operano fianco a fianco nella Nato», ha dichiarato, riconoscendo il ruolo strategico del nostro Paese nell'Alleanza Atlantica.

Infine, un richiamo poetico ha chiuso l’intervento, con un verso dantesco scelto per lanciare un messaggio di speranza condivisa: «Qualunque siano le sfide e le incertezze che inevitabilmente affrontiamo come nazioni ora e nel futuro possiamo superarle insieme e lo faremo, e quando lo avremo fatto potremo dire: "E poi uscimmo a riveder le stelle"».

Un discorso denso di contenuti e segnali distensivi, tra diplomazia e sentimento, che ha reso omaggio al legame profondo tra due Paesi uniti non solo da interessi comuni, ma anche da una lunga e reciproca ammirazione culturale.

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