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Famiglie senza casa e accuse a Molino, il ras delle soffitte: viaggio nel palazzo bruciato

Aggiornamenti dal nostro inviato in strada del Fortino

Poca voglia di parlare, solo rabbia e paura. E un nome che viene ripetuto più volte da residenti e vicini di casa: «Il palazzo andato a fuoco è di Giorgio Molino».

La conferma arriva anche dalla polizia locale, che questa mattina era presente in strada del Fortino 30 insieme ai vigili del fuoco: lì, dove meno di 12 ore fa, un incendio ha devastato sette appartamenti e lasciato tante famiglie senza casa, che stamattina hanno dovuto aspettare l'intervento di polizia locale e vigili del fuoco per rientrare nelle loro case e recuperare almeno qualche effetto personale. 

Fra i residenti ci sono soprattutto stranieri di origine africana, inquilini di quello che a Torino è conosciuto come il Ras delle soffitte.

Non solo il proprietario dello stabile, anche l'angolo tra strada del Fortino e via Rovigo è già stato al centro delle cronache: lì era parcheggiato il Suv dov'è stato ritrovato il corpo senza vita di Marco Conforti. E di fronte, nel palazzo con ingresso da via Urbino, era stata una casa di appuntamenti con prostitute e spaccio di droga.

«Grazie a Dio non è morto nessuno, questa notte eravamo tutti qui in strada, terrorizzati a vedere le fiamme che uscivano» si sfoga una ragazza ancora con il pigiama, avvolta in una coperta.«Bisogna ringraziare la barista del locale qui sotto, che ha notato l'incendio ed è salita a bussare in tutte le case e a dare l'allarme per far uscire gli abitanti».

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