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Italian Tech Week

Startup e finanza, ecco perché sono il futuro (anche) di Torino. Parla Diyala D'Aveni

L'intelligenza artificiale sul palco delle Ogr con Sam Altman, viaggio in un settore che vale già 2,8 miliardi

In una Torino sempre più sofferente con la manifattura, c’è tutto un universo cui affidarsi per creare una nuova “industria” e altri posti di lavoro: è quello del tech e dell’innovazione, che verrà celebrato dal 25 al 27 settembre all’Italian Tech Week, alle Ogr. Un evento di cui è padrona di casa Vento, ossia il braccio organizzato della Exor Ventures di John Elkann, il cui fine è quello di sostenere e far sviluppare alcune delle oltre cinquecento startup del settore tech a Torino.

Un settore che nella regione conta su 2,8 miliardi di euro in investimenti, 7.255 imprese (il dato però è del 2020) e ben 41.366 addetti. Una economia in crescita, a livello europeo. Ne abbiamo parlato con Diyala D’Aveni, alla guida proprio di Vento.

Dyala D’Aveni, un evento che cresce, un settore di cui magari si parla poco ma con numeri importanti. Questa crescita c’è?

«Assolutamente sì, noi come Vento abbiamo deciso appunto di fare una scommessa sul sistema delle startup, che è ancora indietro rispetto al panorama europeo ma è certamente in crescita. Torino ha un ruolo centrale in questa crescita, i nostri founder (gli imprenditori fondatori delle startup, ndr) sono qua, vengono qua per i programmi, per lo sviluppo. Al momento abbiamo 74 aziende nel nostro portfolio, alcune hanno deciso di fermarsi a Torino e hanno dei team molto grandi. È chiaro che siamo all’inizio e spesso non ci si rende conto dell’importanza che può avere questo ecosistema, ma in Francia ha generato un milione di posti di lavoro e lì oggi un lavoro su venticinque è creato da una startup. Dobbiamo credere in questo percorso che stiamo facendo, perché può cambiare veramente la città e la sua economia»

Quali sono i settori del tech che hanno una maggiore importanza o che hanno dimostrato di rendere di più?

«Noi siamo investitori anomali, perché abbiamo investito in molti settori. Al momento maggiormente nella sanità, nel deeptech, l’intelligenza artificiale, e sono tutti settori molto importanti. E sono tutti temi che affronteremo sul palco delle Ogr»

Sul palco ci saranno Sam Altman e l’intelligenza artificiale - persino “fisicamente” - che sarà il tema portante di queste “Sliding doors on Tomorrov”, porte girevoli sul domani, il claim dell’edizione. Cosa vedremo, con chi si parlerà del futuro non solo di Torino?

«Certamente oltre all’intelligenza artificiale, per me che mi occupo di finanza sono importanti gli incontri con vere icone del venture capital come David Chan di Sequoia e Mike Volpi di Index, ma anche tanti founder di successo in Europa come quello di Zalando. Il nostro obiettivo è dimostrare al nostro ecosistema che è possibile fare grandi aziende nel tech anche in Italia».

Nel mondo della finanza, come head di Vento, lei è una figura molto giovane. È un settore giovane quello di questa economia nuova, un settore che dà spazio ai giovani, anche come possibilità di impiego?

«Sicuramente è un settore giovane, quindi banalmente non esistono quei preconcetti come “devi avere vent’anni d’esperienza”, anche perché vent’anni fa il venture capital in Italia non c’era. Ci sono tanti giovani, anche in posizioni importanti e stanno facendo veramente la differenza in questo ecosistema. Nel mondo delle startup ci sono founder molto giovani, ma anche di esperienza. È una opportunità che abbiamo per trattenere i nostri talenti, io spero anche a Torino. È un settore importante, certo da presidiare».

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