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IL CASO
23 Aprile 2024 - 17:54
Fabrizio Palenzona
«Non posso tollerare maldicenze e comportamenti opportunistici né tanto meno giungere a compromessi sull’etica o sulla legalità». Dopo aver abbandonato la seduta del Cda che lo stava sfiduciando, e cui era collegato da remoto, Fabrizio Palenzona, ormai ex presidente della Fondazione CRT, scrive una lettera per accompagnare le sue dimissioni, disegnandosi l’aureola di quello che è stato sconfitto dal “Sistema Torino”, quello stesso di cui lui voleva essere una parte, se non proprio sostituirlo.
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Finisce così la guerra - breve ma intensa - che ha terremotato una delle più prestigiose (e potenti) istituzioni torinesi. Una guerra iniziata con la sfiducia manifestata al fedelissimo di Palenzona, Andrea Varese, che ha confermato le sue dimissioni nel corso del Cda di lunedì sera. Cui, come molti già preconizzavano, hanno fatto seguito quelle del presidente, ormai nell’angolo. E chissà che non faccia presto seguito anche l’addio di un altro fedelissimo, quel senior advisor, leggi “assistente personale” in realtà, Andrea Mercuri, che di Palenzona ha sposato la nipote della seconda moglie.
Palenzona, classe 1953, dirigente d’azienda, banchiere, ex sindaco di Tortona, e militante nella Dc fin da giovanissimo, soprannominato “Camionista” perché è stato, tra le varie cariche ricoperte, anche presidente della Federazione Autotrasportatori Italiani, lascia la presidenza tentando un ultimo colpo di coda. Sempre nella sua lettera, il presidente dimissionario, coinvolto in passato in numerose inchieste ma poi sempre assolto, si riferisce alla legalità, apostrofandola come «un pessimo spettacolo offerto nei tempi più recenti da taluni componenti degli organi sociali, che hanno cercato di piegare a logiche spartitorie la gestione di un ente volto invece all’aiuto filantropico e al sostegno di iniziative sociali ed economiche».
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I nomi non li fa, ma è chiaro che si rivolge a quei quattro consiglieri che si erano uniti contro Varese: Davide Canavesio, Caterina Bima, Antonello Monti e Anna Maria Di Mascio. Il posto di presidente è stato preso a interim dall’avvocato Maurizio Irrera, mentre al posto di Varese c’è ora Annapaola Venezia.
«Per quasi 30 anni ho sempre onorato e servito la Fondazione Crt» dice Palenzona, che entrò nel consiglio della Fondazione come espressione della Provincia di Alessandria: fu lui, come presidente, ad autoproporsi. Adesso rivendica il lavoro fatto: «Posso affermare che tutti gli investimenti strategici e le principali scelte che hanno fatto della Fondazione Crt la terza per importanza a livello nazionale, portano la mia impronta». Insiste con «la legalità come stella polare, evitando di insabbiare quanto accaduto come forse molti auspicavano». Come se la crisi fosse scoppiata per una questione di pochi giorni e non per tutti i mesi passati.
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