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Politica internazionale
15 Giugno 2025 - 08:50
Da New York a Los Angeles, passando per Chicago e Bozeman, sabato 14 giugno gli Stati Uniti sono stati attraversati da una nuova ondata di proteste pacifiche: migliaia di persone sono scese in piazza per partecipare al movimento “No Kings”, una mobilitazione nazionale contro l’amministrazione Trump, le sue politiche migratorie e l’uso simbolico del potere militare.
La data non è stata scelta a caso: coincideva infatti con il compleanno del presidente Donald Trump, che nella stessa giornata ha presieduto una controversa parata militare a Washington per celebrare i 250 anni dell’esercito americano — una mossa considerata da molti un’esibizione di autoritarismo più che un omaggio patriottico.
Ma mentre a Washington sfilavano carri armati e forze armate, il resto del Paese ha marciato al grido di “No Kings”.
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Tra i manifestanti anche numerose celebrità di Hollywood, che hanno condiviso immagini e riflessioni sui social per sostenere la causa.
Il conduttore televisivo Jimmy Kimmel ha partecipato alla manifestazione nel South Bay di Los Angeles insieme ai suoi genitori. Su Instagram ha scritto:“Un’enorme e ispirante partecipazione, e sì – pacifica. Ho incontrato molte persone che amano questo Paese e credono ancora che possa essere una forza per il bene. Il messaggio più importante rimane: ‘Amatevi l’un l’altro.’ È tutto lì.”
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Anche l'attrice Kerry Washington ha espresso il suo sostegno postando una foto con altre manifestanti, accompagnata dalla didascalia:“#NoKings, solo alcune REGINE che ho trovato mentre marciavano, parlavano e lottavano per la democrazia.”
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In Montana, l’attrice pluricandidata all’Oscar Glenn Close ha condiviso un video toccante in cui ha espresso il proprio sdegno per l’uccisione dei parlamentari del Minnesota, Melissa Hortman e John Hoffman, avvenuta proprio quella mattina: “Non dobbiamo avere paura. Non ora. Non mai. L’America che conosciamo e amiamo vale ogni passo di questa marcia.”
Sulla East Coast, Bryant Park, New York, Mark Ruffalo ha tenuto un discorso appassionato, ribadendo che “se vogliamo essere liberi, dobbiamo avere coraggio” ed equiparando i manifestanti a una sorta di nuova “Avengers”: “Siamo gli Avengers adesso. Nessuno verrà a salvarci. Americani, unitevi.”
Ha denunciato le presunte derive autoritarie: “Abbiamo un re e la sua corte… stanno calpestando i nostri diritti”, sottolineando l’importanza di resistere pacificamente contro le crescenti deportazioni e la militarizzazione interna.
Anche altri volti noti hanno partecipato o mostrato il proprio appoggio:
Natasha Rothwell (The White Lotus) ha mostrato il suo cartello con un messaggio secco: “You Are Trash”.
Ayo Edebiri (The Bear) ha condiviso un cartello solidale: “Ti amo e ti copro le spalle. Sii coraggioso!”
Mary Elizabeth Ellis (It’s Always Sunny in Philadelphia) ha scritto: “È stato bello protestare pacificamente contro questa amministrazione con gli altri cittadini di Los Angeles. LA risponde sempre.”
Il movimento No Kings (letteralmente: “Nessun re”) nasce come risposta simbolica e politica all’idea — sempre più diffusa durante e dopo l’amministrazione Trump — che la democrazia americana rischi di trasformarsi in un’autorità personale e centralizzata, quasi monarchica.
Il motto “No Kings” richiama il principio fondante degli Stati Uniti: un governo del popolo, non dominato da un singolo uomo. L’espressione è usata per denunciare l’abuso del potere presidenziale, l'erosione dei diritti civili e l’uso della forza militare come strumento di propaganda interna.
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Ma “No Kings” è anche un appello più ampio: alla difesa della democrazia, della trasparenza e della giustizia sociale, contro ogni deriva autoritaria. I suoi sostenitori chiedono non solo riforme concrete — a partire dalla fine dei raid di deportazione — ma anche un impegno collettivo per un’America più equa, accogliente e rispettosa delle differenze.
Le immagini delle proteste, condivise sotto l’hashtag #NoKings, stanno facendo il giro del mondo. Non solo per la partecipazione delle celebrità, ma per il segnale forte che arriva dalla società americana: la democrazia non è scontata, e va difesa ogni giorno.
Hollywood, ancora una volta, ha deciso di non restare in silenzio.
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