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CARCERI

Poco spazio e pochissime risorse, troppi i detenuti: il Piemonte maglia nera del sovraffollamento

Psichiatria in affanno, educatori insufficienti e turni al limite per la Penitenziaria. Al Lorusso e Cutugno 450 detenuti in più della capienza. Il consumo di psicofarmaci tra i minori è cresciuto del 64% in un anno

Poco spazio e pochissime risorse, troppi i detenuti: il Piemonte maglia nera del sovraffollamento

Cinque istituti su tredici oltre il limite, quasi quattrocento detenuti in più rispetto alla capienza, uno su dieci ancora in attesa del primo grado di giudizio. In Piemonte, al 30 giugno, il tasso di sovraffollamento nelle carceri è salito al 122,3%. Sopra la media nazionale, già alta, del 115,1%. I dati emergono dal XXI rapporto dell’associazione Antigone, presentato ieri, e confermano la pressione crescente sugli istituti piemontesi: Torino, Alessandria San Michele, Asti, Verbania, Vercelli le strutture più critiche.

 Il Lorusso e Cutugno, principale casa circondariale del capoluogo, ospita 1.450 persone per una capienza di 1.000. «Circa il 70% arriva per direttissima – spiega Perla Arianna Allegri, che per Antigone segue l’istituto torinese –. Il turnover è alto: oltre 4 mila ingressi all’anno». Nel primo semestre del 2024, il numero dei detenuti in regione è cresciuto di quasi cento unità, passando da 4.252 a 4.346. I posti regolamentari sono 3.979. In cella, due persone condividono in media nove metri quadrati. Una volta sottratti letti e arredi, lo spazio calpestabile si riduce a tre a testa. Il minimo fissato dagli standard europei. Che però, fa notare Daniela Ronco, dell’osservatorio di Antigone, «non viene rispettato in nessun istituto piemontese».

Il quadro sanitario è aggravato dalla carenza di personale e dall’alto tasso di richieste. «In carcere ci si ammala di più – sottolinea la procuratrice generale di Torino Lucia Musti –. Le carenze strutturali e l’insufficienza dei servizi rendono la situazione ancora più allarmante». Musti rinnova il proprio sostegno alla proposta di legge sulla liberazione anticipata. Il disagio psichico è trasversale. Il 10% dei detenuti ha avuto comportamenti autolesionistici, oltre il 23% riceve terapie con antipsicotici o antidepressivi. A Torino, nel carcere minorile Ferrante Aporti, le presenze sono raddoppiate: da 25 a 45 ragazzi. Il consumo di psicofarmaci tra i minori è cresciuto del 64% in un anno. Il trattamento, di fatto, è delegato alla farmacologia. Le ore garantite da uno psichiatra, in media, sono 3,7 ogni 100 detenuti. Per uno psicologo, 3,53. Gli educatori? Uno ogni 57 persone. Anche il corpo di polizia penitenziaria è in difficoltà. Il Piemonte registra un sotto organico del 23%. Il rapporto detenuti/agenti è di 2 a 1. A Torino, in alcuni reparti, un solo agente è chiamato a gestire due sezioni. Il 40% dei detenuti in Piemonte è straniero, contro una media nazionale del 31,6%. Dato in linea con altre regioni del Nord, con numeri che pesano su spazi e strutture immutati da anni. Nel frattempo, il carcere resta la misura cautelare più adottata (28,9%). Gli ingressi minorili, spinti anche dal decreto Caivano, sono in crescita.

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