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Interventi ad alta quota
02 Agosto 2025 - 22:05
Il Corpo Nazionale soccorso alpino e speleologico (CNSAS) è l’organismo responsabile degli interventi di salvataggio in montagna e in ambienti impervi. Opera all’interno del Club Alpino Italiano e vanta una lunga storia, essendo stato fondato 71 anni fa. Per l’impegno e il valore dimostrato nel tempo, è stato recentemente insignito della Medaglia d’Oro al Valor Civile.
Negli ultimi anni, le richieste di soccorso sono aumentate drasticamente. In un solo decennio si è registrato un numero di interventi pari a quello accumulato nei sessant’anni precedenti. Le cause principali restano le cadute accidentali, ma molti interventi sono dovuti anche a malori, impreparazione tecnica o condizioni meteorologiche avverse. Una parte dell’incremento si spiega anche con la crescente popolarità di attività come l’uso di e-bike e la corsa in quota.
In caso di emergenza, il soccorso può essere attivato chiamando il 112, il numero unico per le urgenze sanitarie ed extraospedaliere. La gestione iniziale è affidata al Servizio Sanitario di Urgenza Emergenza Medica (SSUEM), che coordina l’intera operazione. Per chi si trova in montagna, può essere ancora più utile l’app gratuita GeoResQ, che consente la geolocalizzazione e facilita una risposta più rapida.
In linea generale, in Italia il soccorso è gratuito e coperto dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Tuttavia, alcune Regioni del Nord, in particolare quelle lungo l’arco alpino, prevedono che in certi casi l’intervento sia a pagamento per l’utente. Questo accade quando non si verifica un ricovero ospedaliero o quando la chiamata viene considerata ingiustificata, cioè non legata a un effettivo bisogno sanitario. La norma di riferimento è contenuta nell’articolo 11 del D.P.R. 27 marzo 1992, che stabilisce che le spese di trasporto e soccorso sono a carico del SSN solo se il paziente viene ricoverato, oppure se l’assenza di ricovero è motivata da esami effettuati in Pronto Soccorso.
Alcune regioni hanno adottato criteri ancora più stringenti: l’utente può dover pagare anche quando utilizza attrezzatura non idonea, ignora segnalazioni o divieti o sceglie percorsi non adatti alle proprie capacità. In queste situazioni, la responsabilità dell’intervento viene attribuita alla condotta imprudente della persona soccorsa.
In Valle d’Aosta, per esempio, se l’intervento è considerato immotivato, l’utente può trovarsi a pagare 225 euro per l’intervento, mentre l’uso dell’elisoccorso costa 120 euro al minuto. Tuttavia, se la persona soccorsa viene ricoverata, non è previsto alcun costo. In Piemonte, una chiamata non giustificata comporta un addebito di 120 euro, con ulteriori costi per l’elisoccorso (sempre 120 euro al minuto) e per gli interventi via terra. Anche con il ricovero, possono essere addebitati costi se il comportamento è ritenuto non prudente.
In Lombardia, il costo di un elisoccorso può raggiungere i 1500 euro l’ora, mentre per i soccorsi via terra la tariffa è di 95 euro l’ora. Sono previste riduzioni per i residenti e maggiorazioni in caso di imprudenza. Nel Trentino, una chiamata senza ricovero può costare 750 euro se avviene in situazione di pericolo reale, mentre per gli interventi del tutto immotivati i costi vanno da 98 a 140 euro al minuto. In caso di ricovero, è previsto solo un ticket di 36,15 euro.
Nella Provincia di Bolzano, se l’intervento è giustificato da ragioni mediche, l’utente paga un ticket di 100 euro, ma se non lo è, può essere chiamato a coprire l’intero costo dell’intervento, fino a un massimo di 1000 euro. In Veneto, la normativa è particolarmente dettagliata: anche chi viene ricoverato dopo aver svolto attività considerate ad alto rischio (come l’alpinismo, il parapendio o l’uso di fuoristrada in montagna) può essere soggetto al pagamento di parte dei costi. In caso di utilizzo di squadre di terra si può arrivare a 200 euro più 50 euro per ogni ora aggiuntiva, mentre l’elisoccorso costa 25 euro al minuto, con un tetto massimo di 500 euro. Se invece non c’è ricovero o la chiamata è ritenuta ingiustificata, l’utente può pagare fino a 90 euro al minuto di elisoccorso, con un massimo di 7500 euro.
Infine, in Abruzzo, la legge regionale prevede la compartecipazione alle spese in caso di interventi senza carattere sanitario. I costi aumentano in caso di condotta imprudente, ma la normativa, pur approvata, non è ancora applicata pienamente.
Il soccorso alpino, dunque, resta un servizio fondamentale per la sicurezza in montagna, ma è importante ricordare che in molte situazioni può anche comportare spese non trascurabili. Per questo motivo è essenziale affrontare ogni attività outdoor con preparazione, prudenza e rispetto delle regole, facendo attenzione all’equipaggiamento e alla scelta dei percorsi.
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