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La Rete Oncologica piemontese guida l’Europa nel futuro delle cure

Esperti da dieci Paesi a Torino per la terza visita del progetto CCI4EU: ricerca, innovazione e accesso equo alle terapie al centro del dibattito

La Rete Oncologica piemontese guida l’Europa nel futuro delle cure

La Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta ha ospitato a Torino la terza e ultima visita (“Deep Dive Visit”) degli esperti europei nell’ambito del progetto Comprehensive Cancer Infrastructure for Europe (CCI4EU), promosso dalla Commissione Europea all’interno della Mission Cancer ed avviato nel maggio/giugno 2024. Un’iniziativa che coinvolge dieci realtà di eccellenza a livello europeo, tra cui - unica in Italia - la Rete Oncologica piemontese e valdostana. Obiettivo: rafforzare e ottimizzare le infrastrutture oncologiche e sviluppare capacità di ricerca e innovazione nella cura del cancro. La Mission Board europea sul Cancro definisce una Comprehensive Cancer Infrastructure (CCI) come una piattaforma nazionale o regionale che integra e coordina risorse e servizi per sostenere, migliorare e innovare l’assistenza oncologica. Una CCI unisce in un’unica rete l’assistenza clinica, la ricerca scientifica, la formazione dei professionisti, l’educazione e il coinvolgimento di pazienti, sopravvissuti e famiglie.

Le CCI hanno il compito di favorire l’equità di accesso alle cure, promuovere innovazione e trasferire rapidamente i risultati della ricerca nella pratica clinica. Il percorso riguarda l’intero ciclo della malattia: dalla prevenzione primaria alla diagnosi, dal trattamento alle cure palliative e alla riabilitazione. Il traguardo europeo è ambizioso: entro il 2030, il 90% dei pazienti oncologici dovrà essere trattato all’interno di una Comprehensive Cancer Infrastructure. In Piemonte, il fulcro del progetto è rappresentato dall’Istituto di Candiolo, unico IRCCS della regione e centro accreditato dall’OECI (Organisation of European Cancer Institutes), che funge da nodo di collegamento tra la Rete Oncologica regionale e l’infrastruttura oncologica europea.

La terza visita europea - denominata “Site to report back and gain further focused advice” - ha avuto una funzione di valutazione: presentare i risultati raggiunti, discutere le difficoltà incontrate e raccogliere ulteriori raccomandazioni mirate dagli esperti internazionali per consolidare le strategie già avviate. Nel corso dei lavori, oltre 200 rappresentanti di istituzioni, centri clinici, università, associazioni di pazienti e partner privati, provenienti da almeno 10 Paesi europei, hanno discusso i progressi nelle aree chiave: ricerca clinica (trial clinici decentralizzati, terapie innovative come CAR-T e TCR-T, real world data), screening e diagnosi precoce (nuovi protocolli digitalizzati, campagne mirate alle fasce più vulnerabili), percorsi del paziente (telemedicina, handbook standardizzati, strumenti digitali), data & IT (armonizzazione dei dati sanitari regionali, GDPR, registri tumori) e governance (implementazione del modello Hub & Spoke, finanziamenti per digital pathology e telemedicina).

«La conclusione della terza visita europea segna una tappa fondamentale, ma non un punto di arrivo: la Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta proseguirà infatti il proprio impegno per rafforzare i percorsi di cura, ridurre le disuguaglianze di accesso, promuovere l’innovazione tecnologica e sostenere la ricerca clinica, in stretto dialogo con pazienti, professionisti e comunità scientifica. Con il supporto della Commissione Europea, delle istituzioni locali e dei partner accademici e clinici, la Rete si candida a svolgere un ruolo di primo piano nella costruzione di un sistema oncologico sempre più integrato, innovativo e centrato sul paziente» ha dichiarato l’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi.

«Piemonte e Valle d’Aosta - ha sottolineato Adriano Leli, direttore di Azienda Zero - sono stati giudicati in grado di fornire i servizi ed i requisiti richiesti dalla Coordination Support Action, grazie a una Rete Oncologica che già da anni persegue la maggior parte degli obiettivi previsti dall’Unione Europea».

«Il confronto con gli esperti europei - ha aggiunto il professor Massimo Aglietta, coordinatore della Rete Oncologica - ha permesso di consolidare le collaborazioni tra le varie entità coinvolte nella diagnosi e cura dei pazienti oncologici e di rafforzare la ricerca, con progetti diffusi non solo nel Centro di Candiolo e nei grandi Ospedali, ma anche sul territorio». Gli esperti internazionali - provenienti da Olanda, Germania, Spagna, Svezia, Danimarca, Irlanda e Italia - hanno riconosciuto i progressi significativi compiuti dalla Rete piemontese e valdostana, in linea con l’obiettivo europeo di garantire entro il 2030 l’accesso di tutti i pazienti oncologici a una CCI.

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