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Consumo di suolo, l’allarme di Slow Food

In Italia le aree cementificate coprono il 7,17% del territorio, quasi il doppio della media europea

Consumo di suolo, l’allarme di Slow Food

Immagine di repertorio

Il consumo di suolo in Italia continua ad aumentare nonostante la diminuzione della popolazione. Lo ha sottolineato Barbara Nappini, presidente di Slow Food, evidenziando come la crescita delle superfici costruite sia spesso legata a motivazioni economiche più che a reali esigenze abitative o infrastrutturali. “Ogni nuovo metro quadrato edificato – ha spiegato – porta risorse nelle casse dello Stato o degli enti locali attraverso gli oneri di urbanizzazione, ma il suolo non può essere trattato come una voce di bilancio: è un bene pubblico da proteggere.”

Secondo i dati diffusi, le coperture artificiali occupano oggi il 7,17% del territorio nazionale, una percentuale quasi doppia rispetto alla media europea. La conformazione geografica del Paese, con solo il 23,2% di superficie pianeggiante e oltre un terzo del territorio montano, accentua l’impatto del consumo di suolo. Le regioni più interessate sono Lombardia, Veneto e Campania, dove più di un decimo del suolo risulta già compromesso.

Slow Food ha chiesto un censimento degli edifici e delle infrastrutture abbandonate per favorire il recupero e il riuso degli spazi esistenti, riducendo così la necessità di nuove costruzioni. “Il nostro futuro – ha dichiarato Nappini – dipende dal suolo, non dobbiamo sprecarlo.”

L’organizzazione, con sede a Bra, ha rivolto un appello alla politica affinché vengano adottate misure urgenti e concrete per contenere il fenomeno. In particolare, ha ricordato che il Regolamento europeo sul ripristino della natura prevede di azzerare la perdita netta di aree verdi urbane entro il 2030, mentre la Strategia europea del suolo 2030 fissa per tutti gli Stati membri l’obiettivo di consumo netto zero entro il 2050.

Secondo Slow Food, però, questi traguardi risultano oggi difficilmente raggiungibili, a causa dell’assenza di una pianificazione coerente e della continua pressione edificatoria legata a interessi economici locali.

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