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ECONOMIA

Manovra 2026, ipotesi detrazione del 19% sui libri scolastici: cosa cambia per le famiglie

La misura allo studio riguarderebbe solo i redditi bassi: ecco chi potrebbe beneficiarne, quanto si risparmia e perché è attesa da milioni di genitori

Manovra 2026, ipotesi detrazione del 19% sui libri scolastici: cosa cambia per le famiglie

Zaini pieni e portafogli sempre più leggeri. Ogni settembre il ritorno a scuola mette a dura prova i bilanci familiari, soprattutto per i libri di testo, che da soli rappresentano la spesa più pesante. Ora, però, una novità potrebbe arrivare dalla Manovra 2026: detrare al 19% l’acquisto dei manuali scolastici. Una misura che, se confermata, cambierebbe le regole del gioco e darebbe un piccolo ma significativo respiro a milioni di famiglie italiane.

Secondo le prime indiscrezioni, lo sconto fiscale non sarebbe per tutti: la detrazione verrebbe riconosciuta solo ai redditi più bassi, individuati tramite Isee, con un tetto massimo di spesa da poter scaricare. L’obiettivo è sostenere chi ha più difficoltà a sostenere un costo che, anno dopo anno, resta tra i più pesanti della lista delle spese scolastiche.

L’Adoc, l’Associazione nazionale per la difesa e l’orientamento dei consumatori, ricorda che nel 2025 l’acquisto dei libri ha raggiunto fino a 300 euro per un alunno delle medie e oltre 500 euro per uno studente delle superiori. Con una detrazione del 19%, il risparmio stimato sarebbe intorno al centinaio di euro per famiglia.

Ad oggi la normativa consente di detrarre al 19% spese come tasse di iscrizione e frequenza, mensa, trasporti, corsi di teatro o musica, gite e attività culturali. Restano invece escluse le spese per il materiale scolastico: libri, quaderni, zaini, cancelleria, dispositivi digitali. La novità in discussione cambierebbe per la prima volta questo scenario, includendo i testi scolastici tra le spese agevolabili.

Il 2025 ha confermato una crescita dei listini: +1,7% per i libri delle scuole medie e +1,8% per quelli delle superiori, in linea con l’inflazione. L’Associazione italiana editori (Aie) aveva già sollecitato un intervento pubblico che garantisse detrazioni generalizzate e un sistema più rapido ed efficiente per gli aiuti alle famiglie in difficoltà.

Secondo l’Osservatorio di Federconsumatori, il ritorno a scuola quest’anno costa in media 658,20 euro per studente, con un incremento dell’1,7% rispetto al 2024. Oltre ai libri, pesano sempre di più zaini hi-tech, astucci griffati e accessori. Un trolley può arrivare a 137 euro, un astuccio di marca a 37 euro, mentre un semplice quaderno può costare fino a 2 euro.

Nonostante la lieve frenata dei prezzi dei testi (-9,2% rispetto al 2024), i libri di nuova adozione restano la voce più onerosa. Per chi entra in prima media, la spesa media tra manuali e dizionari è di circa 555 euro, il 20% in più rispetto all’anno scorso. Ancora più alto il costo per chi inizia le superiori: circa 809 euro solo per i libri, che sommati a oltre 650 euro per corredo e ricambi portano il totale a più di 1.400 euro.

Chi acquista testi usati può risparmiare oltre il 29%, ma per molti studenti, soprattutto nelle classi prime, i manuali devono essere nuovi. Accanto ai libri, la didattica digitale è ormai una spesa obbligata. Computer, webcam, microfono, antivirus e programmi di base fanno lievitare il conto fino a 420 euro a famiglia, senza contare il costo di una connessione stabile. Su questo fronte, i prezzi restano fermi ma incidono comunque in maniera significativa.

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