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ECONOMIA

Arriva l’euro digitale: contanti addio? Cosa sta decidendo l’Europa

L’Eurogruppo spinge per un accordo politico entro fine anno. Sul tavolo la soglia massima per i cittadini e le garanzie per il sistema bancario

Arriva l’euro digitale: contanti addio? Cosa sta decidendo l’Europa

Una moneta che non si tiene in tasca ma nel portafoglio digitale, sicura come il contante e garantita dalla Banca centrale europea (BCE). L’euro digitale, di cui si discute da anni nei palazzi di Bruxelles, è vicino a un punto di svolta. Dopo mesi di rinvii e resistenze, l’Eurogruppo prepara l’accelerazione decisiva: i ministri delle Finanze dell’area euro, riuniti venerdì a Copenaghen, potrebbero dare il via libera politico a un progetto destinato a cambiare il futuro dei pagamenti in Europa.

Secondo fonti europee, l’euro digitale è entrato ufficialmente tra le tre priorità del nuovo programma di lavoro dell’Eurogruppo, insieme al coordinamento delle politiche fiscali e al rilancio della competitività. L’obiettivo della presidenza danese è ambizioso: chiudere i negoziati entro la fine del 2025.

Che cos'è l'euro digitale

L’euro digitale sarebbe l’equivalente elettronico del contante, emesso direttamente dalla BCE e accessibile a tutti i cittadini e le imprese dell’Eurozona. Non sostituirebbe banconote e monete, ma le affiancherebbe, permettendo pagamenti sicuri sia nei negozi fisici che online, oltre che tra privati.

Il tema più delicato resta la definizione di un tetto massimo di disponibilità per cittadini e aziende. Una misura pensata per evitare che ingenti somme vengano spostate dai conti bancari al portafoglio digitale, riducendo così il rischio di destabilizzare il sistema bancario tradizionale.

Per la BCE l’euro digitale rappresenterebbe una garanzia ulteriore per i pagamenti al dettaglio, con la possibilità di funzionare anche offline. Un elemento che, in caso di blackout o crisi delle infrastrutture, assicurerebbe la continuità delle transazioni. Non solo: ridurrebbe la dipendenza dell’Europa da operatori esteri come Visa e Mastercard, che oggi gestiscono circa il 65% dei pagamenti elettronici nel continente.

Dubbi e resistenze

Nonostante la spinta politica, il percorso resta accidentato. Al Parlamento europeo il relatore del dossier, Fernando Navarrete (PPE), ha espresso dubbi sull’opportunità della nuova moneta, rallentando i lavori. Christine Lagarde, presidente della BCE, ha sollecitato un’accelerazione per “stabilire rapidamente il quadro legislativo”, considerata la posta in gioco.

Oltre all’euro digitale, i ministri discuteranno delle prospettive economiche, con un PIL dell’Eurozona rivisto al rialzo all’1,2% nel 2025, mercati del lavoro solidi e inflazione tornata vicino al 2%. Un quadro definito “non brillante ma non drammatico”. Ma il messaggio politico è chiaro: il 2025 dovrà essere ricordato come l’anno della svolta verso la moneta unica in versione digitale.

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