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Il mercato dell'auto
17 Novembre 2025 - 11:15
A pochi giorni dalla presentazione del nuovo pacchetto automotive dell’Ue, atteso per il 10 dicembre, Stellantis rilancia il confronto con Bruxelles e chiede un cambio di passo nella gestione della transizione. Il presidente John Elkann, in un'intervista con Politico, invita la Commissione a correggere la linea su più fronti, spiegando che l’attuale impianto normativo rischia di indebolire l’industria europea dell’auto in un momento di crescente competitività globale.
Il punto di partenza, per Elkann, è il 2035. Non l’obiettivo in sé, che “Stellantis non chiede di modificarlo”, quanto piuttosto il perimetro entro cui l’Europa intende arrivarci. Secondo il presidente, per non compromettere la competitività del settore è indispensabile mantenere aperta la porta a tecnologie complementari all’elettrico puro: “Gli ibridi plug-in, i range extender e i carburanti alternativi in grado di alimentare i motori a combustione dovrebbero essere consentiti oltre il 2035”. Una “riformulazione” della normativa, più che una revisione dei target.
Ma l’appello del Gruppo non si ferma ai motori. Uno dei terreni più urgenti è quello dei veicoli commerciali leggeri (LCV), oggi amministrati dalle stesse regole delle autovetture. Una scelta che, secondo Elkann, non riflette le reali necessità operative delle imprese né il ruolo centrale degli LCV nella catena logistica europea. Per questo Stellantis chiede un intervento immediato: separare la categoria dalle auto e ridefinire gli obiettivi specifici, così da evitare conseguenze indesiderate su un segmento che sostiene gran parte dell’economia reale.
Sul tavolo c’è anche la questione dei target intermedi. Elkann propone di superare la logica dell’obiettivo unico nel 2030 e replicare invece il modello applicato ai target 2025, ricalcolati su una media pluriennale. L’idea è sostituire il valore puntuale con un intervallo 2028-2032 su cui calcolare le emissioni medie: una soluzione che offrirebbe alle case maggiore stabilità nella pianificazione industriale.
L’intervento più incisivo, però, riguarda il parco circolante. Per Elkann la soluzione è semplice e non si tratta di un nuovo obbligo tecnologico ma di un vasto programma di rottamazione europeo. Il presidente ricorda che l’età media delle auto nel continente oscilla “dai 17 anni della Grecia ai 9 della Danimarca” e che molte emissioni derivano proprio dai veicoli più anziani. Un piano di rinnovo strutturato, sostiene, avrebbe un triplo effetto: “contribuirebbe a ridurre le emissioni complessive delle strade”, stimolerebbe la crescita e aiuterebbe a contenere i prezzi in un mercato che attraversa una fase di raffreddamento. Stellantis chiede inoltre che il beneficio in termini di CO₂ sia riconosciuto all’industria, in modo da incentivare la transizione.
Infine, lo sguardo ai segmenti A e B. Elkann accoglie positivamente la “Small Car Initiative” annunciata da Ursula von der Leyen, considerata decisiva per rendere l’elettrico realmente accessibile alle fasce di reddito più sensibili al prezzo. Ma avverte che, senza chiari requisiti di local content, l’iniziativa rischierebbe di tradursi in un’opportunità mancata. Una cornice regolatoria solida è, secondo il presidente, la condizione necessaria per evitare che l’auto elettrica resti “un esercizio di wishful thinking”.
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