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Lavoro & Politica
12 Novembre 2025 - 07:20
Si è svegliato Landini. Il segretario della Cgil accantona flotille e Palestina e si accorge della crisi industriale del Paese, addirittura attaccando Stellantis. Ma qualcuno ironizza: lo fa perché Elkann vende Repubblica, dove Landini trova spesso ospitalità per interviste (mai sui temi automotive). Intanto in Italia la cassa integrazione vola: +18,5% rispetto al 2024.
Diventa così un botta e risposta politico il tema del calo della produzione del settore automotive, in particolare per quanto riguarda la ex Fiat. Landini, in un incontro con la segretaria Pd Elly Schlein, ha dichiarato: "A fine anno la produzione di Stellantis sarà inferiore alle 300mila auto, contro una capacità di produzione di un milione e mezzo. Da due anni chiediamo che Stellantis venga convocata a Palazzo Chighi". Evidentemente, dell'audizione di John Elkann davanti alle commissioni parlamentari non si era accorto...
Secondo il leader della Cgil, il nodo non è il Green Deal, su cui il Gruppo sta facendo retromarcia: "Stellantis non vende nemmeno i modelli non elettrici (secondo gli ultimi dati sulle immatricolazioni, Stellantis segnava +5,4%, ndr), c’è un ritardo evidente sugli investimenti".
Risposta immediata di Carlo Calenda (Azione): "Landini si è svegliato. Sarà perché Elkann vuole vendere Repubblica? Negli ultimi due anni era impegnato a fare populismo e a parlare d’altro".
Nel frattempo, la cassa integrazione in Italia vola e coinvolge ormai tutti i settori (tanto da farne scrivere persino il giornale degli Agnelli/Elkann, ovviamente senza che si legga la parola Stellantis). Secondo l'osservatorio dell'Inps, da gennaio a settembre 2025, le ore totali di cassa autorizzate (fra ordinaria, straordinaria, fondi di solidarietà e in deroga) sono state 429 milioni e 295.244: in crescita del 18,5% rispetto allo stesso periodo del 2024 (parametrate erano 362.076.539). Nell'ultimo trimestre il numero di ore è arrivato a 115,7 milioni, ossia +9,2% rispetto al 2024.
Secondo la Cgia di Mestre, che analizza il primo semestre 2025, i dati peggiori sono nel Nord Ovest (+33%), in particolare il Piemonte con +68,4%. Torino segna +61%, Cuneo un terrificante +347,1%, seguito da Asti (+289,4%), Vercelli (+183,%) e Verbano-Cusio-Ossola (+92,9%).Tra i settori in sofferenza a livello nazionale, l'automotive, il metallurgico, la moda e la filiera dell'artigianato collegata. In particolare, in Piemonte, il trend (negativo per il terzo anno consecutivo) appare legato al calo dell'export.
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