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la Raccolta differenziata crescente

Tari 2025: le città più care e le differenze territoriali

La tassa rifiuti sale del 3,3%: aumenti quasi ovunque, raccolta differenziata in crescita ma riciclo effettivo ancora sotto gli obiettivi Ue

Tari 2025

Immagine di repertorio

Nel 2025 la spesa media nazionale per la gestione dei rifiuti urbani raggiunge i 340 euro l’anno, con un aumento del 3,3% rispetto ai 329 euro del 2024. È quanto emerge dal rapporto dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, che analizza i capoluoghi italiani prendendo come modello una famiglia di tre persone con abitazione di 100 mq. Le tariffe risultano in crescita in tutte le Regioni, fatta eccezione per Molise, Valle d’Aosta e Sardegna, e in 95 capoluoghi su 110.

Le Regioni con i costi più bassi sono Trentino-Alto Adige (224 euro), Lombardia (262 euro) e Veneto (290 euro). Le più costose restano Puglia (445 euro), Campania (418 euro) e Sicilia (402 euro).

Tra le città, Catania registra la Tari più elevata con 602 euro annui, seguita da Pisa (557 euro), Genova (509 euro) e Napoli (496 euro). Il capoluogo più economico è Cremona (196 euro), seguito da Udine e Trento (199 euro).

La raccolta differenziata continua a crescere e nel 2023 raggiunge il 66,6% (65,2% nel 2022). Ogni residente produce in media 496 kg di rifiuti l’anno, un dato leggermente superiore al 2022 ma ancora inferiore alla media UE di 521 kg. La produzione varia territorialmente: Centro 533 kg/abitante, Nord 515 kg, Sud 449 kg. Anche le spese cambiano: Nord 290 euro, differenziata al 73%; Centro 364 euro, differenziata al 62%; Sud 385 euro, differenziata al 59%.

La componente principale dei rifiuti resta la frazione organica (38,3%), seguita da carta e cartone (19,1%), vetro (11,9%) e plastica (8,8%). Ogni cittadino produce circa 180 kg annui di scarti organici. La gestione varia molto: in territori come Veneto, Trentino ed Emilia-Romagna i livelli di impurità dell’umido non superano il 3%, mentre in alcune zone del Sud possono oltrepassare il 15%, incidendo sui costi di smaltimento. In Italia sono attivi oltre 400 impianti di trattamento dell’organico, con una forte concentrazione al Nord.

Secondo Cittadinanzattiva, per migliorare efficienza e trasparenza occorre:
ridurre le disuguaglianze territoriali, garantendo servizi omogenei e accessibili;
promuovere la partecipazione civica, rafforzando osservatori e iniziative locali;
– rendere strutturale la tariffazione puntuale (TARIP), premiando cittadini e Comuni virtuosi;
– consolidare la trasparenza tramite il Portale TARI e la rendicontazione dei risultati ambientali.

La Tarip si conferma efficace: dove applicata stabilmente, i rifiuti non riciclabili si riducono fino al 18% in tre anni. Non a caso, città come Cremona, Udine e Trento presentano bollette più contenute.

Il rapporto evidenzia anche le oscillazioni annuali più marcate: Reggio Emilia +15,1%, Ferrara +13,8%, Siena +12,9%. In calo invece Modena (-12,3%), Aosta (-8,4%), Cagliari (-7,6%) e Milano (-7,5%).

Il dato più critico riguarda il riciclo effettivo: solo il 50,8% dei rifiuti conferiti viene realmente recuperato, lontano dal 55% richiesto dall’Ue entro il 2025. Le differenze territoriali continuano a influire sul raggiungimento degli obiettivi nazionali ed europei.

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