Cerca

L'intervista

Filippone (Cisl): "Basta con gli scioperi politici. Stellantis? Serve un ceo italiano"

Il nuovo segretario della Cisl Torino-Canavese fra il dossier sul lavoro e i contratti della sanità

"Stellantis? Serve un ceo italiano che creda in Mirafiori"

La nuova Mirafiori come cervello di Stellantis? "Bene, ma il focus è la produzione". La priorità? "Un nuovo ceo che creda nelle capacità produttive di Mirafiori". Inizia così il mandato di Giuseppe Filippone, 58 anni, nuovo segretario Cisl Torino-Canavese, in attesa del prossimo congresso e della preparazione di un dossier sul lavoro a Torino da presentare direttamente al sindaco e al presidente della Regione.

Tifoso juventino, sposato e con una figlia, chitarrista amante del blues (quasi si commuove di fronte alla foto di Eric Clapton nel nostro ufficio) e di Pino Daniele, Filippone proviene dai chimici, per questo dice che "non bisogna pensare che l'indotto sia solo metalmeccanico. Collegata all'automotive c'è la componentistica: dai sedili, che coinvolgono il tessile, a gomme e plastiche, che interessano il chimico. Il rilancio industriale riguarda tutto il mondo produttivo".

Partiamo da Stellantis: com'è la situazione? Il Gruppo ristruttura Mirafiori facendone la propria sede europea: è un segnale?

"E' un fatto positivo, certo. Ma la priorità è la produzione. Va benissimo il GrEEn Campus, con la progettazione e la green economy, ma è la produzione che dà occupazione vera"

Può arrivare dalla Fiat 500 Ibrida, che partirà a ottobre?

"Un primo passo, ma non crediamo che si arriverà alla saturazione degli impianti di Mirafiori, anche se hanno parlato di una produzione a regime di 100mila vetture l'anno, dal 2026 forse"

Secondo il "piano per l'Italia" presentato dal Gruppo, che però potrebbe cambiare con l'arrivo del nuovo ceo, in sostituzione di Tavares. Che cosa vi aspettate dal nuovo ceo?

"Che creda nella vocazione produttiva di Mirafiori, magari con modelli aggiuntivi alla 500 Ibrida"

Italiano? 

"Magari. Lei che ne dice?"

A parte i rumors su Luca De Meo o l'attuale coo delle Americhe Antonio Filosa? Io direi fondamentalmente uno che capisca di auto.

"Sarebbe importante" (ride)

Abbiamo parlato dell'indotto. Com'è la situazione in queste imprese?

"Qui, nell'indotto, che non riguarda solo i metalmeccanici, come ho detto, affrontiamo la crisi con gli ammortizzatori sociali che, per il momento, ci sono ancora. Il dramma è che se esci oggi dal mondo del lavoro, non ci rientri più"

Dalla relazione finanziaria, pare che Stellantis abbia perso 28mila lavoratori in un anno, in tutto il mondo.

"Cinquemila in Italia. E appunto per i lavoratori che escono dal mondo del lavoro, o fanno formazione per riqualificarsi oppure sono tagliati fuori. Ma adesso in molte aziende questi ammortizzatori sociali si stanno esaurendo. Serve un sistema di protezione sociale. E non solo per i metalmeccanici"

C'è sempre il rischio delocalizzazione. Penso ai cinesi di BYD che, di recente, sono venuti a Torino a reclutare fornitori automotive. E non è curioso che grandi produttori dell'indotto si siano affrettati a rispondere alla chiamata, mentre non si riesce a formare una "alleanza", un sistema di imprese magari per sostenere l'arrivo di un altro produttore qui?

"BYD vuole produrre in Turchia e Ungheria. Qui in Italia abbiamo il problema dei costi delle materie prime, dell'energia che è per esempio un terzo più cara che in Spagna... Serve non solo un sistema di imprese, ma un sistema-Paese, che intervenga anche su questi fattori. La competitività te la dà il sistema-Paese"

Usciamo dalla produzione. In questo periodo un altro settore in agitazione è quello della sanità: la Regione sta cercando medici e infermieri all'estero.

"Il problema vero sono le professionalità che non corrispondono alle richieste e allora si deve cercare fuori. Poi un problema di stipendi, di richiesta salariale. Non abbiamo i salari adeguati e il sistema pubblico è pesante: non è un caso se la tendenza dei medici ora è di abbandonare l'intramoenia per passare all'extramoenia. Ma a quel punto arriva un problema di 'concorrenza', di eccesso di offerta nel privato. La priorità ora è il rinnovo del contratto sanitario".

Pensate a uno sciopero per il rinnovo?

"No, in sanità non stiamo pensando allo sciopero anche perché danneggerebbe ulteriormente le già penalizzate buste paga del comparto. Anzi, confidiamo nel buon senso degli altri sindacati che non hanno firmato il rinnovo del contratto di lavoro per non far perdere ulteriore potere di acquisto ai lavoratori, invitandoli a firmare".

Non è che - e lo vediamo praticamente ogni venerdì - in Italia ormai si sciopera "troppo", senza accuse ai lavoratori sia chiaro. C'è chi lo usa come strumento politico?

"Il diritto allo sciopero è sacrosanto, ma è l’ultima ratio, l’ultima spiaggia. E visto che tocca le tasche dei lavoratori va usato con parsimonia e solo dopo che sono naufragati tutti i tentativi di dialogo e confronto con le controparti. Sacrosanto mobilitarsi quando non c’è altro modo di trovare un accordo. No a scioperi politici, ma solo nel merito delle cose. Francamente quattro scioperi generali per le ultime quattro leggi di bilancio sono troppi, soprattutto se molte cose le hai portate a casa. Questo è stato l’approccio della Cisl degli ultimi anni: valutare il merito delle cose e non il colore politico dei governi".

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.