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Il retroscena esclusivo
16 Marzo 2025 - 13:50
Un vero e proprio ricatto: dammi 5 milioni di euro o mando "documenti riservati" alla stampa. E così è avvenuto, dal momento che evidentemente né Lapo Elkann né la fondazione che presiede, la Laps, ha avuto intenzioni di piegarsi. Ma di cosa si tratta? E quanto è legato alle notizie uscite nella mattinata di oggi, 16 marzo, su Lapo e la "beneficenza a fini personali"? Ecco quello che sappiamo.
Si parte dalla notizia, pubblicata su La Verità a firma di Mario Giordano, di una denuncia in Procura contro la Fondazione Laps di Lapo Elkann e sua moglie Joanna Lemos. "Lapo Elkann usa la fondazione come strumento di marketing sociale a favore della sua immagine e delle sue attività impenditoriali" si racconta nell'articolo (di cui vi abbiamo parlato qui), oltre alla questione di un libro dello stesso Elkann per i bambini, accuse di "avarizia" e insulti ai collaboratori.
Nella realtà, come abbiamo scoperto tramite i nostri contatti con lo stesso Lapo Elkann e il suo entourage, c'è di mezzo la causa (o la vendetta?) di un ex collaboratore "il cui rapporto contrattuale era giunto a naturale scadenza, verso la quale la Fondazione si difenderà nelle sedi opportune". Secondo quanto ci viene detto, questo collaboratore ha "rivolto richieste economiche sproporzionate e prive di basi concrete, quantificate in un importo pari a 5 milioni di euro accompagnate dalla minaccia di diffusione alla stampa di notizie e documenti della Fondazione in caso di non accoglimento delle sue richieste".
La Fondazione Laps ha fatto una formale diffida legale, ma questo non è bastato dal momento che i documenti sono arrivati ai giornali. Adesso "ci difenderemo nelle sedi opportune" si spiega in un comunicato stampa diffuso da Laps. Massimo riserbo, invece, sul nome del collaboratore della Fondazione che ha innescato il caso.
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