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Gli interventi statali

Aree interne, approvato il Piano Strategico Nazionale: focus su trasporti, sanità e istruzione

Obiettivo: contrastare lo spopolamento e migliorare i servizi

Aree interne, approvato il Piano Strategico Nazionale

Piano Strategico Nazionale per le Aree Interne (PSNAI)

Il governo ha approvato il Piano Strategico Nazionale per le Aree Interne (PSNAI), documento programmatico che coordina risorse e interventi a favore dei territori periferici italiani. Le misure mirano a contrastare il calo demografico e a colmare il divario in termini di accesso ai servizi essenziali.

Le “aree interne” sono definite dal PNRR come territori distanti dai poli di offerta di servizi fondamentali – sanità, istruzione e mobilità – caratterizzati da fragilità demografica e infrastrutturale, ma dotati di rilevanti risorse ambientali, culturali e produttive. L’Accordo di Partenariato 2021-2027, in continuità con la Strategia nazionale precedente (2014-2020), ha consolidato il quadro normativo per l’utilizzo dei fondi europei e nazionali su queste zone.

Alla prima fase (2014-2020), che ha interessato 72 aree con un finanziamento di 281 milioni di euro, si è aggiunta una nuova programmazione (2021-2027) con uno stanziamento complessivo di 310 milioni. A oggi, le aree interne riconosciute sono 128: 43 nuove aree sono state finanziate con fondi statali e regionali, mentre altre 13 riceveranno solo fondi regionali. Le 56 nuove aree coinvolgono 764 Comuni, pari al 9,7% del totale nazionale, per una popolazione complessiva di oltre 2 milioni di abitanti.

Le aree interne ospitano circa 13,3 milioni di persone, un quarto della popolazione italiana. Secondo le stime, entro il 2034, nel Mezzogiorno il 90% dei Comuni classificati come aree interne sarà soggetto a spopolamento, con percentuali che sfiorano il 93% nei Comuni ultraperiferici. Anche nel Centro-Nord la situazione è critica: il 73,3% dei Comuni di queste zone mostra tendenze demografiche negative.

Il piano definisce tre settori prioritari di intervento: trasporti, scuola e sanità. Le misure saranno calibrate in base alle caratteristiche socio-territoriali delle singole aree.

Si punta al miglioramento della mobilità interna e verso i centri urbani, riducendo tempi di percorrenza e potenziando i collegamenti. Previsti interventi come:

  • servizi a chiamata e trasporto flessibile;

  • autobus di dimensioni adeguate ai territori;

  • manutenzione e messa in sicurezza delle infrastrutture;

  • piattaforme digitali per la gestione integrata della mobilità.

L’istruzione è considerata un ambito cruciale per frenare l’emigrazione giovanile. Le misure previste includono:

  • adeguamento degli indirizzi scolastici ai fabbisogni locali;

  • percorsi professionalizzanti e per le competenze trasversali;

  • contrasto alla dispersione scolastica;

  • formazione dei docenti e digitalizzazione;

  • investimenti in mense, asili, palestre e sicurezza degli edifici.

L’obiettivo è garantire l’accesso equo ai servizi sanitari di base. Le azioni previste comprendono:

  • Case della Comunità e ambulatori territoriali;

  • potenziamento della guardia medica;

  • incentivi e alloggi per personale medico e infermieristico;

  • attivazione di foresterie per personale sanitario temporaneo;

  • rafforzamento dei servizi di prossimità, con il ruolo dell’Infermiere di Famiglia e delle Unità di Continuità Assistenziale (UCA).

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