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Il Risiko dello sci: così inglesi e francesi vogliono le nostre montagne

Dalla Icon che vuole Bardonecchia, al nuovo hotel a Sestriere e Claviere che medita lo strappo

Il Risiko dello sci: così inglesi e francesi vogliono le nostre montagne

Di tutta quella neve caduta nei giorni scorsi, a Bardonecchia, almeno in paese, se ne vede ben poca, ormai. Quell’oro bianco che per le stazioni turistiche vale più di un bitcoin, ed è altrettanto volatile. Perché il turismo montano ha una voce importante nel bilancio di una regione come il Piemonte. Basti pensare che secondo l’Anef, l’associazione dei gestori degli impianti di risalita, il solo sistema degli impianti a fune fattura in media 70 milioni di euro l’anno, la sua economia indotta sfiora il miliardo. E per quanto riguarda i comprensori, la Sestriere Spa della Vialattea fattura attorno ai 25 milioni di euro, la Colomion di Bardonecchia attorno ai 7. Sono cifre da piccole industrie, con decine di migliaia di addetti però.

Per questo ogni minimo cambiamento o rumor va letto attentamente. A cominciare da quello del fondo inglese Icon che avrebbe fatto un’offerta di acquisizione - totale o parziale - della Colomion per una ventina di milioni di euro, dopo aver già preso Vialattea per un centinaio. L’idea, da sempre accarezzata nelle valli, almeno dagli investitori, è di creare una Aspen italiana, sul modello di quanto fondi americani stanno realizzando in Trentino. Vale a dire un unico grande comprensorio che vada da Sestriere a Bardonecchia - la scommessa sono i collegamenti, però - abbracciando Sauze d’Oulx fino a Claviere, quindi a contatto con il francese Monginevro. Un piano ambizioso: in ambienti sportivi, c’è anche chi ipotizza una data per vedere i primi segni di questa intesa, ossia il 2027.

Ma il grande Risiko dello sci, almeno qui in provincia di Torino, non si limita a questo. Parliamo di Sestriere, per esempio. In questi giorni fa molto parlare la videodenuncia di Paolo De Chiesa, ex campione di sci, che a Sestriere ci vive e ne denuncia «il declino». Dallo stato di manutenzione delle Torri, al Villaggio Olimpico che pare abbandonato, fino alla pista di pattinaggio su ghiaccio chiusa da tempo. Proprio su questa struttura, a quanto si apprende da fonti qualificate, in Comune ci sarebbe già un progetto depositato, per la realizzazione di un hotel praticamente alla base delle piste di sci. Un’opera che risulta difficile immaginare come “contenuta” nelle dimensioni.

Il vero mistero riguarda la proprietà di questo albergo: perché pare che non sia la ABC di Perron Cabus, socio dei Brasso della Sestriere Spa. Dunque, un nuovo peso massimo debutta sulla scena? Una scena che peraltro è ancora tutta in trasformazione, visto che i Brasso hanno più volte detto di voler passare la mano e che, dopo l’acquisizione di Icon, sono rimasti per accompagnare la transizione. Fino a quando? Facendo salvo il ritorno, fortemente voluto, della Coppa del Mondo il prossimo anno, diciamo che ci si avvicina a quel 2027 già detto?

Chi invece vuole sfilarsi è Claviere, che fa parte di Vialattea ma vorrebbe passare con Montgenevre, a cavallo del confine. E gli investitori che stanno cercando di rilanciare Sansicario starebbero sondando la possibilità di aggregarsi, riportando in vita quel “Monti della Luna” che ben ricorda chi sciava da queste parti fra anni ‘70 e ‘80. Trasformazioni in atto, dunque, anche per un tipo di turismo meno legato all’inverno - tranne per i comprensori alle quote più alte - e più diversificato. Quanti milioni siano in gioco, d’altra parte, l’abbiamo detto.

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