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Golf, go kart e...la paura del buio: Sinner inedito si racconta così ai piccoli tifosi

Venerdì, intanto, Sinner e Alcaraz si sfidano in allenamento all'Inalpi Arena

Golf, go kart e...la paura del buio: Sinner inedito si racconta così ai piccoli tifosi

Giovedì mattina al Grattacielo di Intesa San Paolo il sorteggio dei due gironi, “Connors” e “Borg”. Da una parte, Alcaraz, Djokovic, Fritz e De Minaur. Dall’altra Sinner, Zverev, Shelton e uno tra Aliassime e Musetti. Chi gongola, intanto, è il numero 1 della Federtennis, Angelo Binaghi, visti i numeri dei biglietti venduti: 198.025, oltre 15mila in più rispetto al 2024 (+8,3%), «in buona parte attribuibili all’aumento della capacità dell’impianto», ha osservato Binaghi. Sono 102 i paesi di provenienza, con una fetta in crescita di spettatori internazionali (18%). Grande soddisfazione anche da parte del presidente dell’Atp Andrea Gaudenzi, che ha parlato di un’edizione speciale anche perché a Torino verrà incoronato il numero uno di fine stagione tra Sinner e Carlos Alcaraz, che oggi alle 13 si sfideranno in allenamento all’Inalpi Arena. Tornando a Gaudenzi: «Per il prossimo quinquennio il torneo è confermato in Italia - ha chiarito - Torino ha un enorme vantaggio, ha dimostrato in questi cinque anni di fare un evento fantastico. Ci sono altre possibilità, le stiamo valutando e le valuteremo, poi prenderemo le decisioni del caso». Gian Maria Gros-Pietro, Presidente Intesa Sanpaolo poi: «L’Italia e Torino, la città sede di Intesa Sanpaolo, Host Partner delle Nitto ATP Finals, confermano edizione dopo edizione capacità di attrazione e organizzativa. La Banca è sempre presente quando si tratta di sostenere i grandi eventi del Paese capaci di portare beneficio ai territori in termini di indotto e di visibilità internazionale. Sono certo che anche questa quinta edizione sarà un successo». In serata il “Grand Opening Show” con Max Pezzali e I Pinguini Tattici Nucleari in concerto.

«La mia paura? Il buio». «Sono arrivato lunedì da Parigi, sono super contento di essere a Torino. Abbiamo poche occasioni di giocare in Italia. Sarà un torneo molto importante per tanti fattori. Speriamo in una bella settimana». Jannik Sinner è pronto per la sfida delle Nitto Atp Finals e non si sottrae al bagno di folla con i fan nel Nike Store di via Roma a Torino. In prima fila alcuni ragazzi delle scuole tennis della città. «Cercherò di chiudere in modo positivo il torneo», ha detto Sinner. Ad accompagnarlo i suoi due coach Simone Vignozzi - rientrato dopo il periodo trascorso in famiglia - e Darren Cahill, la sua seconda famiglia. «Sono diversi tra loro, ma hanno in comune la passione. Cosa ci unisce? A nessuno di noi piace perdere. Facciamo tante cose insieme, anche diverse dal tennis, come giocare a golf. Da loro ho imparato uno stile di vita», ha raccontato Jannik. «Contrasti? Ho 24 anni e a volte faccio fatica ad ascoltare - ha aggiunto -, ma poi mi rendo conto degli errori. Sbaglio tanto, non sono perfetto, ma loro sono onesti e mi danno la sveglia». Sinner e i due allenatori parlano dei riti prima degli incontri perché «la superstizione c’è, inutile negarlo», come il messaggino uguale che si sono mandati per tre settimane prima delle partite con lo stesso emoji, la faccina con la mano sopra gli occhi.

Poi un giochino: tre lavagne su cui rispondere a domande sul campione per vedere chi tra i due lo conosce meglio. Un’occasione per scoprire (o ricordare) che Sinner prima delle partite riesce a fare sempre una dormita e si sveglia quaranta minuti prima di scendere in campo, che il momento di svolta per lui è stato l’Australian Open, ma anche la prima vittoria contro Medvedev a Pechino. Il colpo preferito il rovescio, i meno amati volè e servizio. Se non avesse fatto il tennista l’altoatesino avrebbe voluto correre in Formula 1, il suo idolo è Leclerc, prima era Hamilton. «Cosa mi fa arrabbiare? Perdere e poi quando le persone non sono oneste», dice in modo deciso il campione. Infine la sua paura: questa gli allenatori non lo azzeccano: «Il buio», scrive Sinner sulla sua lavagnetta e poi aggiunge: «Non mi piace l’oscurità completa, lascio sempre la serranda un po’ alzata per svegliarmi con la luce».

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