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IL COLLEZIONISTA FOLLE

Ritrovata a Carmagnola un’opera di Marc Chagall

Un viaggio artistico tra cieli e parole: alla ricerca di Chagall attraverso le campagne piemontesi

Ritrovata a Carmagnola un’opera di Marc Chagall

A sinistra Marc Chagall (Wikipedia), a destra una delle sue opere?

PROLOGO
Non fate quella faccia: anche voi, almeno una volta, avete sognato di sorvolare le campagne piemontesi su una specie di drone-ronzino, aggrappati a un salvagente da piscina e spinti dal desiderio impellente di recuperare un disegno di Chagall. No? Eppure oggi funziona così: mentre il mondo si affanna a normare cieli e batterie al litio, il nostro Collezionista Folle prende il volo. E lo fa per davvero. In bilico tra un mercatino dell’usato e un ramo di kiwi, il suo è un viaggio che parte da un vago richiamo nuziale e approda - con parecchia turbolenza - tra le pieghe di un’opera (forse) autentica. L’arte si trova nei luoghi più impensati, sostiene lui. A volte anche in una cartellina impolverata. A volte sotto un albero. A volte... sopra una tavola da sci. La verità? Quando si tratta di storie così, non è importante dove si atterra, ma con che faccia si riparte. E la sua, ve lo garantiamo, è tutta un programma... artistico.

IL VOLO NUZIALE
Non è il volo nuziale dell’Ape Regina seguita dal suo sciame….
Mamma mia!
Tenetevi forte !
Il “personal drone” sta per decollare con voi seduti come su una vespa della Piaggio, a cavalcioni solo il secondo passeggero. Al posto del manubrio e tutt’intorno un salame di gomma cui tenersi. Il drone porta-persone può salire fino a mt. 50 e muoversi secondo un itinerario programmato da un pc remoto che controlla il traffico. In Italia la normativa del volo dei droni è in corso di aggiornamento così come quella dei deltaplani. Il compito affidatomi è di recuperare una preziosa tempera attribuibile a Marc Chagall. Come gli sia venuto in mente al pittore di chiamarsi Chagall, un verbo che nella sua lingua originale significa camminare, è una questione irrisolta, salvo ipotizzare che fu la pronuncia errata del suo nome Marc la cui lettera finale “C” in alcuni casi della lingua francese possa essere pronunciata morbida, seguita dalla lettera “h” come nel verbo “marcher” che significa camminare? Quindi con un gioco di parole Marc Chagall significherebbe “camminare camminare” riferendosi al lungo tragitto percorso a piedi per giungere a Parigi dove si registrò come pittore. La sua caratteristica fantasmatica è forse quella di utilizzare giochi di parole, dall’ano all’asino, animale sempre presente, così come il gallo incoronato o la zuppiera contenente la minestra pepata tradotta in una storia visuale nella sua opera d’arte? Il tema poetico di Stephane Mallarmé si basava infatti nella possibilità di leggere le figure trasformandole in parole che costruivano il messaggio e viceversa, un’idea che divenne in seguito una tecnica pubblicitaria nei messaggi cartellonistici : si pensi al vermut “Punt e Mes” rappresentata da una sfera posta sopra una mezza sfera, che fece la fortuna della ditta torinese Carpano così come quella del pubblicitario Armando Testa.
Recuperare il disegno del podista Chagall non fu facile neppure usando un drone volante, fu come cercare un ago nel pagliaio o un tartufo nel bosco. Dovetti raccomandarmi al mio Santo protettore, in questo caso neppure beato, l’illuminato Gustavo Rol. Un aiuto atteso ogni qual volta la situazione mi si facesse difficile o pericolosa, come nel primo collaudo del “personnel drone” in una giornata di forte vento per cui fu un grande tormento tenere la rotta automatica alla ricerca di mercatino antiquario. Fu in quei mercatini antiquari di Borgo d’Ale, oppure di Carmagnola, non saprei ricordarmi dove il drone rischiò di schiantarsi contro un albero di Kiwi, la produzione agricola che sostituì i vitigni distrutti dalla peronospera, l’insetto temuto dai viticultori. Per pura fortuna o per intervento del mio defunto protettore, che ripresomi dallo spavento dell’atterraggio, rovistando in una cartellina di disegni amatoriali fui fulminato dal ritrovamento del piccolo disegno attribuibile a Chagall. Lascerei al lettore comprendere il significato e interpretare il significante, io mi accontento di aver notato che la coppia di sposi, Marc e Bella sono in compagnia del gallo incoronato, forse un gallo cedrone che in amore canta ad occhi chiusi diventando il bersaglio facile dei seduttori delle mogli altrui? Come regali di nozze il disegno sarebbe andato disperso, anche perché ad un attento esame, si nota che gli sposi si trovano posti sopra una tavola da sci : forse il messaggio sarebbe stato di “sciér le mariage”, a significare di allontanare l’idea del matrimonio? Peggio che mai, o un augurio dissacratorio, come quello di tornare al dronoporto col regalo di nozze, in un volo di forte vento.

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