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Lingue & Lavoro

Il 60% degli italiani si affida all'AI per migliorare le competenze linguistiche sul lavoro

Ecco i dati riportati da un'indagine nazionale di DeepL sull'uso delle intelligenze artificiali linguistiche

Il 60% degli italiani si affida all'AI per migliorare le competenze linguistiche sul lavoro

In un mondo del lavoro sempre più connesso, la barriera linguistica non è solo una questione di parole, ma di opportunità. Lo sa bene chi si trova a dover comunicare ogni giorno con colleghi, clienti o partner internazionali. E proprio qui entra in gioco un nuovo attore silenzioso ma sempre più influente: l’intelligenza artificiale linguistica.

A fotografare il fenomeno è una recente indagine nazionale condotta da YouGov per DeepL, leader nel settore della traduzione automatica avanzata, che ha coinvolto oltre mille professionisti italiani tra dipendenti e manager. I risultati parlano chiaro: l’IA sta riscrivendo le regole della comunicazione aziendale.

Tradurre è potere: il boost psicologico della traduzione AI

Non si tratta solo di automatizzare un compito. Chi utilizza strumenti di traduzione basati su IA lo fa per essere più efficace, e soprattutto per sentirsi più sicuro. Il 60% degli intervistati afferma di comunicare con maggiore fiducia in una lingua straniera grazie all’uso dell’IA. Un dato che non sorprende: quando le barriere linguistiche si abbassano, cresce la capacità di agire, collaborare, prendere decisioni.

Il 31% segnala un miglioramento nella comunicazione interna e il 19% individua in questi strumenti un fattore determinante per affrontare nuovi mercati. In altre parole, le parole diventano un carburante per la produttività e l'espansione.

Lingue straniere al lavoro: una sfida quotidiana

Ma quanto è diffuso l’uso delle lingue in ambito professionale? Il 29% dei lavoratori italiani dichiara di utilizzare almeno una lingua straniera sul lavoro almeno una volta al mese. L’inglese domina (92%), seguito dal francese (18%), dallo spagnolo (14%) e dal tedesco (5%).

Il divario è netto tra ruoli aziendali: se il 49% dei manager comunica regolarmente in lingua, la percentuale scende al 26% tra gli altri dipendenti. Una differenza che segnala quanto la competenza linguistica sia sempre più legata a ruoli di responsabilità e leadership.

Quando la lingua diventa un ostacolo

Nonostante l’internazionalizzazione, le difficoltà permangono. Il 34% degli intervistati lamenta problemi nell’esprimersi con precisione in lingua straniera, e il 35% riconosce che queste difficoltà compromettono l’efficacia del proprio lavoro. Per i manager la situazione è ancora più complessa: il 46% afferma che la lingua è un ostacolo reale.

Eppure, la conoscenza delle lingue viene considerata una chiave d’accesso per la carriera: il 72% degli intervistati crede che incida sulla crescita professionale, con il 37,5% che la definisce “decisiva” e un ulteriore 34,5% che la ritiene “determinante per alcuni ruoli”.

Il divario generazionale e l’urgenza del cambiamento

Il rischio di una comunicazione inefficace nei mercati esteri è percepito come un danno diretto alla competitività: lo pensa il 46% dei lavoratori, percentuale che sale al 63% tra i manager. Ma è soprattutto tra i più giovani che cresce la consapevolezza del problema: il 49% degli under 45 riconosce che i limiti linguistici ostacolano l’espansione globale delle imprese, contro il 44% degli over 45.

L’adozione dell’IA linguistica? C’è ancora strada da fare

Nonostante le potenzialità, la diffusione dell’IA linguistica resta limitata. Più della metà degli intervistati (52%) non ha mai utilizzato strumenti di traduzione basati su IA, e solo uno su dieci afferma che la propria azienda offre accesso a versioni professionali a pagamento.

A frenare l’adozione sono i dubbi sulla qualità e sull’affidabilità: il 44% non si fida dei risultati, il 37% teme una scarsa accuratezza, e il 21% solleva questioni legate alla privacy. Le perplessità sono particolarmente forti tra le donne e i più giovani, a dimostrazione che la tecnologia, per essere davvero inclusiva, dovrà guadagnarsi la fiducia sul campo.

Verso un futuro (più) multilingue

Nonostante le resistenze, il futuro sembra già tracciato: il 51% dei professionisti italiani è convinto che gli strumenti di IA linguistica garantiranno un vantaggio competitivo alle aziende a livello globale. Il 32% li considera una leva strategica per i prossimi cinque anni.

La prova definitiva? Il comportamento dei consumatori: il 38% degli intervistati ha abbandonato un prodotto o servizio perché non era disponibile nella propria lingua. Segno che l’accesso multilingue non è solo un’esigenza professionale, ma un imperativo commerciale.

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