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Incentivi e detrazioni

Detrazioni e bonus per lavori di ristrutturazione in casa: situazione e novità 2025

Bonifici “parlanti” per un totale di 3,15 miliardi di euro, somma necessaria per usufruire delle detrazioni fiscali sui lavori in casa

Detrazioni e bonus per lavori di ristrutturazione in casa

Foto d'archivio

Secondo dati recenti pubblicati da Il Sole 24 Ore, tra gennaio e febbraio 2025 le famiglie italiane hanno effettuato bonifici “parlanti” per un totale di 3,15 miliardi di euro, somma necessaria per usufruire delle detrazioni fiscali sui lavori in casa. Questo valore rappresenta un calo del 35% rispetto ai 4,86 miliardi dello stesso periodo nel 2024. La riduzione è in linea con le modifiche introdotte dalla legge di Bilancio 2025, che ha tagliato alcune agevolazioni fiscali e generato incertezza tra i contribuenti. Inoltre, dal Bollettino delle Entrate tributarie emerge che il volume delle ritenute versate dalle banche nei primi due mesi del 2025 è tornato ai livelli del 2021, cioè quelli antecedenti il superbonus.

Nel 2025 il governo ha sospeso il superbonus per nuovi interventi, mantenendone però la validità per chi aveva già avviato i lavori o per abitazioni situate in zone colpite da eventi sismici. Le altre detrazioni per la ristrutturazione edilizia sono state ridotte al 36%, con un’aliquota maggiorata al 50% limitatamente agli interventi sull’abitazione principale.

Gli interventi esclusi sono soprattutto quelli non essenziali o superflui, in particolare nei condomini, dove il principale incentivo rimane il bonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche, che nel 2025 prevede una detrazione del 75%.

Il bonus al 50% per la casa principale si applica “a condizione che le spese siano sostenute dai titolari del diritto di proprietà o di un diritto reale di godimento sull’unità immobiliare adibita ad abitazione principale”, così come specificato nella Manovra 2025. Tuttavia, permangono dubbi interpretativi su casi specifici, ad esempio quando il proprietario è temporaneamente trasferito altrove a causa dei lavori, oppure se la casa viene acquisita (per acquisto o eredità), ristrutturata e solo successivamente destinata ad abitazione principale.

Anche per gli interventi condominiali non è chiaro se l’aliquota di detrazione debba essere sempre il 36% o se in certi casi possa essere riconosciuto il 50%, contribuendo a una generale cautela tra i proprietari.

Il bonus si rivolge ai contribuenti soggetti all’Irpef, residenti o meno in Italia, che sostengono spese per interventi di ristrutturazione. Tra questi rientrano non solo i proprietari, ma anche i titolari di diritti reali o personali di godimento sull’immobile, gli inquilini, i familiari conviventi (coniugi, componenti dell’unione civile, parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo grado), e i conviventi more uxorio.

Per le spese sostenute dal 1° gennaio 2025 fino al 31 dicembre 2033, l’aliquota di detrazione prevista è generalmente del 30%, fatta eccezione per gli interventi di sostituzione del gruppo elettrogeno di emergenza con generatori a gas di ultima generazione, per cui la detrazione sale al 50%.

Tuttavia, per le spese sostenute nel solo anno 2025, la detrazione riconosciuta è del 36%, o del 50% per l’abitazione principale, con un limite massimo di 96.000 euro per unità immobiliare. Per gli anni 2026 e 2027, la detrazione scende al 30% (36% per l’abitazione principale), sempre con il medesimo limite di spesa.

Non rientrano in questo regime agevolato gli interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con caldaie uniche alimentate da combustibili fossili.

La riduzione delle aliquote e la sospensione del superbonus per nuovi interventi hanno inciso sulla domanda di lavori di ristrutturazione, con un rallentamento soprattutto degli interventi non urgenti o onerosi. Le incertezze interpretative, in particolare riguardo ai requisiti per l’abitazione principale e agli interventi condominiali, hanno contribuito a una cautela maggiore da parte dei proprietari.

La complessità delle normative e l’incertezza sulle modalità applicative stanno rendendo necessaria una maggiore chiarezza da parte dell’Agenzia delle Entrate e del legislatore per favorire una ripresa degli investimenti nel settore edilizio, cruciale per la rigenerazione del patrimonio immobiliare nazionale e per la transizione energetica.

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