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ECONOMIA & INFO UTILI
08 Giugno 2025 - 11:15
Anche a giugno l’Assegno di inclusione arriva puntuale, ma attenzione: l’erogazione non avviene per tutti nello stesso giorno. L’INPS ha già fissato due date cruciali. Chi riceve il primo pagamento o sta aspettando arretrati vedrà l’accredito sabato 14 giugno. Chi invece è già beneficiario da almeno un mese dovrà attendere fino a venerdì 27 giugno.
L’Assegno di inclusione, introdotto il 1° gennaio 2024, ha preso il posto del Reddito di cittadinanza. Non è solo un aiuto economico: è un percorso strutturato che punta a sostenere chi si trova in difficoltà economica e sociale, attraverso inserimento lavorativo e supporto formativo.
Il beneficio è pensato per famiglie con almeno una persona in condizione di fragilità. Parliamo di chi ha una disabilità riconosciuta ai fini ISEE, di minorenni, di chi ha compiuto 60 anni, oppure di persone inserite in percorsi certificati di cura o assistenza sociale. Per ottenere l’assegno, però, non basta rientrare in queste categorie: è necessario aderire a un progetto di inclusione personalizzato, con impegni precisi da rispettare.
Sul fronte dei requisiti personali, il richiedente deve essere cittadino europeo o familiare di cittadino europeo, oppure avere un permesso di soggiorno di lungo periodo o lo status di protezione internazionale. È inoltre obbligatoria la residenza in Italia da almeno cinque anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo. Chi ha subito condanne penali definitive o è sottoposto a misure cautelari nei dieci anni precedenti è escluso dal beneficio.
Le soglie economiche sono altrettanto stringenti. L’ISEE del nucleo familiare non deve superare i 10.140 euro. Il patrimonio immobiliare, esclusa la prima casa, deve essere inferiore a 30.000 euro, e il reddito familiare annuo non deve superare i 6.500 euro, soglia che sale a 8.190 euro se in famiglia ci sono over 67 o disabili gravi. Se la famiglia vive in affitto, la soglia si alza a 10.140 euro, ma solo se l’affitto è regolarmente dichiarato nella Dsu. A questi limiti si aggiungono quelli sul patrimonio mobiliare: non più di 6.000 euro per i single, 8.000 euro per due persone, 10.000 per tre o più, con incrementi in presenza di disabilità.
C’è poi un’esclusione specifica da conoscere: non ha diritto all’assegno chi si è licenziato volontariamente nei dodici mesi precedenti, tranne in caso di dimissioni per giusta causa o risoluzioni consensuali nell’ambito di una procedura di conciliazione. L’importo dell’assegno non è fisso. Viene calcolato in base a una scala di equivalenza che tiene conto della composizione del nucleo familiare: più il nucleo è fragile, maggiore sarà l’importo spettante. Si parte da un parametro base pari a 1 e si può arrivare fino a 2,3 in presenza di componenti con disabilità grave o non autosufficienti.
Il sussidio si compone di due parti: un’integrazione del reddito fino a una soglia definita e un contributo per l’affitto, se si vive in un’abitazione in affitto con contratto regolare. Il beneficio può raggiungere i 6.500 euro l’anno, cifra che sale a 8.190 euro per famiglie composte interamente da over 67 o da persone con disabilità gravi. Al contributo principale può aggiungersi un rimborso dell’affitto fino a 3.640 euro l’anno, oppure fino a 1.950 euro nei casi sopra citati.
Per presentare domanda ci si può rivolgere all’INPS direttamente online, oppure ai Caf e ai patronati. Se emergono discrepanze tra i dati dichiarati e quelli presenti nei registri fiscali, l’INPS avvisa il richiedente, che può correggere la situazione inviando nuova documentazione o una Dsu aggiornata.
Una volta accolta la domanda e firmato il Patto di attivazione digitale (Pad), il pagamento parte dal mese successivo. Come regola generale, chi ha attivato il Pad nel mese precedente riceverà la prima mensilità a metà mese, mentre chi è già nel programma riceverà il versamento a fine mese. Il denaro viene accreditato sulla Carta di inclusione, un supporto elettronico che funziona come una normale carta di pagamento. L’erogazione dura fino a 18 mesi consecutivi e può essere rinnovata per altri 12, con un mese di pausa obbligatoria tra un ciclo e l’altro.
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